Disposto un secondo processo dopo le indagini sul crac Midal. Il giudice Guido Marcelli ha rinviato a giudizio Ines e Paolo Moneti, della Brio srl, con l’accusa di aver distratto beni di società fallite e di non averne restituiti altri nei tempi giusti, e la prima udienza per i due è fissata, davanti al Tribunale di Latina, per il prossimo 13 luglio.
Secondo gli inquirenti, la Midal, colosso della distribuzione alimentare, che tramite società controllate gestiva decine di supermercati nelle province di Latina, Frosinone e Roma, sarebbe stata saccheggiata dai manager e ridotta a un guscio vuoto. Un’azienda attorno a cui sarebbe stata consumata una bancarotta milionaria, per cui il processo è in corso e una sessantina degli ex lavoratori si sono costituiti parte civile. E sempre per l’accusa, quando la Midal collassò e nei supermercati, con un fitto, subentrò la società Le Botteghe, di Gianni Moneti, il saccheggio sarebbe andato avanti. L’operazione presentata nel 2011 come quella per salvare posti di lavoro, secondo gli inquirenti, sarebbe stata parte di uno stesso disegno bancarottiero. Ma quanto accaduto con Le Botteghe, fino al fallimento anche di questa seconda società, ricche parcelle a una serie di professionisti comprese, è ancora oggetto d’indagine, quella che è nota alle cronache come Midal 2.
Su un particolare della vicenda, quella di tre supermercati, venne aperta però una terza inchiesta. Le Botteghe aveva a sua volta fittato a Brio, gestita dai fratelli di Moneti, e quest’ultima società avrebbe fatto una serie di resistenze alle richieste della curatela fallimentare di restituire i punti vendita di Latina, in largo Cirri e viale Paganini, e di Fiano Romano. Nel giugno 2013 la Finanza sequestrò quelle attività e, per la mancata restituzione dei beni, che la curatela intendeva mettere all’asta cercando di recuperare altre somme per i creditori, è stata formulata l’accusa con cui sono stati ora mandati a giudizio Ines e Paolo Moneti. In pratica i protagonisti di Midal 3.
