All’ospedale di Terracina sono in arrivo quattro posti letto per l’Osservazione breve intensiva. Ed ecco che dalla vicina Fondi, a qualche settimana di distanza dalla protesta in catene per sensibilizzare l’Asl sui problemi del nosocomio locale, si torna a sbottare: solo “l’ultima beffa”, per il Comitato ospedaliero e per la collegata Fondazione San Giovanni di Dio. “Al di là dei costi di ristrutturazione nell’ospedale di Terracina, a Fondi sono già da tempo pronte tre stanze attrezzate che potrebbero accogliere gli ammalati in condizione di Osservazione breve, oltre all’unità di terapia intensiva che non viene utilizzata unitamente al reparto di Chirurgia, che opera solo una volta”.
Scelte strategiche contestate, promesse disattese e piccoli rebus che, tanto per cambiare, portano a stilettate in serie: nei confronti del manager Michele Caporossi e del direttore sanitario Alfredo Cordoni, “le promesse fatte ai cittadini non sono mai state mantenute”; verso il direttore del Presidio Centro Sergio Parrocchia, definito “inutile”.
Comitato e Fondazione, tornano infine sul contestato atto aziendale, che sancirebbe “la morte dell’ospedale”: “Ne attendiamo come ultima ‘spes’ la correzione. Ma se non ripristina quello che abbiamo sempre avuto, non ci resta che ricorrere a mezzi estremi, nei limiti della legalità”. Premesse cui segue una nuova “bussata” alla politica. “Nella passata campagna elettorale il senatore Fazzone ha promesso la marcia su Roma, se i reparti ospedalieri non avessero ripreso la loro funzione. Caro senatore, noi siamo pronti a seguirti; rompiamo gli indugi. Caro sindaco, consiglieri, difendiamo i nostri ammalati ed agiamo unitariamente al di là dei colori politici. Chi non se la sentisse di agire a difesa dei nostri ammalati, è pregato di farsi da parte non rappresentandoci più e tradendo il voto per cui è stato eletto. Noi non ci fermeremo”.