Il laboratorio analisi del “San Giovanni di Dio” aperto in urgenza h24? Un proposito rimasto nel cassetto. O, meglio, un decreto, quello dello scorso 2 luglio a firma del governatore e commissario ad acta della Sanità regionale Nicola Zingaretti, inerente la riorganizzazione della rete laziale dei laboratori d’analisi.
“E’ rimasto imprigionato nel limbo della Sanità”, attacca Gianfranco Antonetti, esponente della civica “Fondi ci chiama” e secondo candidato a sindaco in vista delle amministrative. “A tutt’oggi il laboratorio continua ad operare a tempo ridotto, dalle 8 alle 14 o per il meglio fino alle 20. Il mandato di Zingaretti ai direttori generali di ‘dare puntuale e corretta applicazione alle disposizioni previste e di conseguire gli obiettivi organizzativi e gestionale ivi contenuti’, si è purtroppo rivelato mera carta straccia. A distanza di ben 5 mesi dal decreto il laboratorio di Fondi è il solo ad essere penalizzato con gravi disagi sul centro prelievo ospedaliero e su modalità e tempi del sistema di trasporto dei campioni biologici per le indagini diagnostiche. Come si spiega tutto ciò? Quali ostacoli di natura organizzativa e gestionale sono da imputare? E a chi? Quali intrecci ed interessi corporativi si frappongono alla piena funzionalità del servizio”.
Quesiti cui seguono stilettate. Contro il sindaco e massima autorità sanitaria locale Salvatore De Meo, accusato di “sparare a salve” – portando avanti nei confronti dei problemi dell’ospedale uno sterile approccio burocratico – e di non essersi astenuto dal recente voto riguardante il contestato atto aziendale. Contro la sezione fondana del Partito democratico, “sempre obbediente alle scelte della Regione”, in particolare per il laboratorio analisi, di cui peraltro “fu sancita inspiegabilmente la chiusura dall’ex manager Ilde Coiro, senza che tale gravissima decisione suscitasse la reazione e la ferma indignazione del Pd locale”.