Dia in azione a Salerno, indagini anche al Mof di Fondi

Nella mattinata odierna, personale della Direzione investigativa Antimafia di Salerno e militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Salerno, supportati da un equipaggio del 7° Elinucleo di Pontecagnano (SA) e avvalendosi dell’ausilio di diversi reparti dell’Arma competenti per territorio, hanno eseguito un provvedimento cautelare personale e patrimoniale, emesso dal GIP presso il Tribunale di Salerno su richiesta della locale DDA nei confronti di 8 persone (2 in carcere, 3 agli arresti domiciliari e 3 obblighi di presentazione alla P.g.), residenti a Pagani (SA), San Valentino Tono (SA) e San Marzano sul Sarno (SA), ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione di tipo mafioso, concorso esterno nella stessa anche finalizzato allo scambio elettorale politico-mafioso, concorrenza illecita mediante minacce e violenza, estorsione pluriaggravata e riciclaggio aggravato mediante reimpiego in attività economiche dei proventi delittuosi.

Le indagini, condotte congiuntamente dai reparti operanti e compendiate nell’operazione convenzionalmente denominata “CRINIERA”, sono state avviate nel 2009 e costituiscono un ulteriore sviluppo di mirate investigazioni svolte nei confronti dello storico clan camorristico “FEZZA-D’AURIA PETROSINO”, operante a Pagani (SA) e nei comuni limitrofi dell’agro nocerino-sarnese, già duramente colpito a seguito delle 39 misure cautelati emesse, il 16 maggio scorso, nell’ambito dell’operazione “TAURANIA REVENGE”. Le attività investigative si sono concentrate sulla ricostruzione delle attività economiche del citato clan, con particolare riguardo agli interessi e alle ingerenze che i sodali avevano all’interno di diverse società di trasporti e di trasformazione di prodotti ortofrutticoli, attive tra Pagani (SA) e San Marzano sul Sarno (SA).


In particolare, è stato acclarato che il clan “FEZZA-D’AURIA PETROSINO”, attraverso il vertice costituito dai fratelli D’AURIA PETROSINO Antonio e Michele – con la complicità di Imprenditori già operanti nel settore e destinatari del provvedimento cautelare – aveva imposto la propria egemonia sul controllo del settore, eliminando ogni forma di concorrenza, anche con gravi minacce ed intimidazioni connotate dal metodo mafioso, monopolizzando le attività in argomento, in particolar modo quelle attestate all’interno del mercato ortofrutticolo di Pagani (SA).

In tale contesto sono stati rilevati rapporti tra i sodali e imprese di trasporto legate al clan dei “CASALESI”, operanti presso il mercato ortofrutticolo di Fondi.

Lo screening degli interessi economici riferiti alla consorteria criminale ha consentito  di certificare:

– l’ingerenza  del clan nella gestione diretta di attività commerciali attive nei trasporti su strada e nella trasformazione e vendita de prodotti ortofrutticoli, settori In cui il sodalizio ha creato una condizione di illecito monopolio, mediante l’imposizione estorsiva di direttive, assunzioni di personale e interruzione di rapporti di lavoro con lo scopo di privilegiare ditte “vicine” al gruppo criminale a discapito di altri concorrenti, con l’utilizzo di metodi intimidatori e violenti, garantendosi cosi ingenti profitti;

– la forza intimidatrice del clan, esercitata anche con l’uso delle armi, così impregnante che le vittime , per il timore di probabili ulteriori ripercussioni, non hanno inizialmente inteso denunciare le vessazioni subite, emerse sola a seguito di mirate attività di P g.;

– i legami con esponenti della politica locale;

– l’assunzione di familiari di affiliati detenuti all’interno delle società “controllate’, nonché presso il Consorzio di Bacino Sa/1,  grazie alla presenza, quale dirigente. D’AURIA PETROSINO Michele. Grane alla compiacenza con i locali dirigenti della TEMPOR, società temporanea di servizi con sede in Milano , alcuni amministratori pubblici del Comune di Pagani e lo stesso D’AURIA PETROSINO Michele hanno ottenuto l’assunzione, presso il citato Consorzio di Bacino,  di alcune persone, per lo più pregiudicate, appartenenti al clan camorristico di riferimento, indipendentemente dalle esigente degli interessati e dei relativi nuclei familiari ed a discapito di altre persone più meritevoli. L’evidente illeicità di tali segnalazioni veniva confermata dalle particolari cautele adottate dai protagonisti nel trattare il tema, poiché, in più occasioni, il D’AURIA ha evitato di affrontare tali argomenti per telefono accompagnando i diversi candidati personalmente presso la sede della citata società. L’apice è stato raggiunta allorquando il D’AURIA , in alcuni casi, ha addirittura ottenuto la sostituzione di dipendenti a lui non graditi. E’ stato, infine,  registrato un significativo episodio nel corso del quale due dipendenti del Consorzio. per il solo motivo di non avere aderito alle direttive del D’AURIA, furono picchiati selvaggiamente;

– l’affidamento del cottimo fiduciario per la gestione dei parcheggi a pagamento della città di Pagani (SA) a società controllate dal clan: nello specifico è stato acclarato che il servizio era stato appaltato dalla società i “Agency Service”. poi acquisita dalla “New Service Società Cooperativa Sociale”, della quale amministratore unico risulta essere CALIFANO Maria. moglie di D’ AURIA PETROSINO Michele. Quest’ultima società, inoltre, garantiva anche la gestione del servizio di vigilanza (mediante ausiliari del traffico) sulle aree di sosta a  pagamento del Comune dl Pagani (SA);

– l’intervento di affiliati al clan per esercitare pressione su alcuni membri dell’associazione “QUIPAGANILIBERA”, che con la loro opera mettevano in risalto i legami tra il sodalizio camorristico e l’Amministrazione comunale di Pagani (SA), all’epoca rappresentata dal sindaco Alberico GAMBINO (emerso dalla disamina di alcuni filmati recuperati sul sito internet www.youtube.com). In una occasione, infatti, un operatore della citata associazione, il Presidente del Consiglio Comunale di Pagani impedì di riprendere le fasi di una seduta consiliare, facendolo arbitrariamente allontanate dall’aula.

Nell’ambito dell’operazione, in cui risultano indagate a vario titolo 53 persone,  sono state sottoposte a sequestro preventivo:

–       4 società operanti nel settore dei trasporti, della trasformazione di prodotti ortofrutticoli e dei servizi;
–       Conti correnti e di deposito in capo alle società sequestrate e agli indagati per un valore di circa tre milioni di euro.