Fondi, cardiopatico bloccato in ascensore: soccorsi ad ostacoli

Un pensionato cardiopatico rimane imprigionato in un piccolo ascensore, i vigili del fuoco tardano ad intervenire perché momentaneamente impossibilitati, ed ecco che i componenti dell’equipaggio di un’ambulanza si improvvisano pompieri per un giorno. Soccorsi ad ostacoli, ma che alla fine hanno evitato spiacevoli conseguenze per il malcapitato, in buone condizioni generali nonostante lo stato di choc.

Al centro della snervante odissea, durata in tutto una quarantina di minuti, un 67enne di Fondi che ieri mattina si trovava presso l’istituto privato Immacolata, nella centralissima via Gonzaga: ad un tratto l’elevatore interno su cui era salito è rimasto immobile, inesorabilmente bloccato tra un piano e l’altro.


Era ingabbiato in meno di un metro quadrato e senza alcuna via d’uscita, l’anziano, che all’inizio non si è comunque perso d’animo, premendo il bottone d’allarme e mettendosi in paziente attesa di un intervento risolutore. Inutilmente, però. Per una sfortuna dietro l’altra.

Nella posizione in cui l’ascensore si era fermato, i dipendenti dell’istituto non potevano infatti fare granché. Gli unici a poter operare, teoricamente, i vigili del fuoco. Che, almeno nell’immediatezza, proprio non potevano: la squadra di stanza a Terracina era già impegnata in un’altra emergenza; quella proveniente a sirene spiegate da Gaeta, con la Flacca chiusa da giorni per la nota frana, era invece rimasta imbottigliata nel traffico dell’Appia. Tutto fermo, quindi. Tanto che, con lo scorrere dei minuti, l’iniziale sangue freddo del 67enne cardiopatico ha man mano lasciato spazio ad inquietudine e tensione. Fino ad arrivare al panico vero e proprio. Circostanza pericolosa, visto la sua patologia.

E allora che fare? In attesa dei vigili del fuoco in lotta col traffico, mentre sul posto si erano portati anche gli agenti di Municipale e polizia, a prendere in mano la situazione ci ha pensato il personale dell’ambulanza Ares giunta fuori la scuola subito dopo l’allarme. Sono stati infatti l’autista e un infermiere della ditta di soccorso, una volta infilatisi nel vano sottostante, a mettersi di buona lena a smontare alcune parti della “prigione” di metallo, riuscendo ad un certo punto a creare un varco tale da permettere finalmente al pensionato di liberarsi.