Consueta conferenza di metà settimana in casa Latina. Oggi è stato il turno di Raffaele Di Gennaro, portiere arrivato dall’Inter. Ecco quanto raccolto da Tuttolatina.com:
Hai una ricetta per la salvezza?
Magari averne una, c’è solo un modo per affrontare questa situazione, affrontare tutte le gare come fossero finali. Entrare con il coltello tra i denti, giocando con cuore e orgoglio per i tre punti iniziando da lunedì. Bisogna vincere e sfruttare il fattore campo, giochiamo in casa ed è importante. Quando sono venuto qui l’anno scorso con il Cittadella ho visto una vera bolgia, mezzora in cui non riuscivamo ad uscire dalla nostra area. È importante, se noi aiutiamo il pubblico e se giochiamo bene e vengono i risultati arriva l’entusiasmo. Dobbiamo sfruttare il fattore campo, aiuta noi. Ho sentito diversi giocatori di altre squadre che quando vengono qui ne riconoscono le difficoltà. Il pubblico trascina e si sente, dobbiamo sfruttarlo.
Ci racconti il miracolo Cittadella?
Avevamo pochissimi punti all’andata, ci siamo guardati in faccia e abbiamo capito di non poter proseguire così. Abbiamo remato tutti insieme verso una salvezza che, in quel momento, era davvero dura. Entravamo in campo in ogni partita a mille, con la voglia di vincere. Da lì era dura farci gol e sconfiggerci. Ce l’abbiamo fatta con il Varese, siamo arrivati a pari punti ma per differenza punti li abbiamo mandati ai play out. Speriamo che mi porti ancora bene.
Che Varese ti aspetti?
Vengono qui per fare la partita, come è normale che sia. Se noi li attacchiamo dal primo minuto e li lasciamo nella propria area, avremo in più il Francioni ad aiutare. Con due-tre azioni nei primi 10 minuti diventa più facile. Dovremo attaccare a mille, cercare subito il gol.
Si era partiti per fare un altro tipo di campionato…
C’è la qualità di questa squadra, in ogni allenamento sono convinto che faremo bene e ci riprenderemo in fretta. Vedi gente di qualità che l’anno scorso non c’era. Siamo un bel gruppo, subito unito. Viene difficile dire perché siamo in questa condizione, magari ci mancano punti che ci avrebbero fatto parlare di altro. In B sei punti, tre o nove si fanno sentire, ti mandano dall’altra parte della classifica. C’è un po’ di fortuna e ci mancano punti. Dobbiamo cercare di riprenderli in fretta.
Difesa a tre o quattro?
Basta che non si prendono gol, è uguale. Si va sempre in undici in campo, l’importante è metterci cuore, orgoglio e appartenenza. Bisogna andare all’attacco senza paura, a cercare il fattore positivo, gli episodi.
A livello personale stagione sfortunata
In ritiro dopo le prime amichevoli mi sono fatto male al muscolo, uno strappo di 2,5 centimetri. Sono stato fermo due mesi, con le varie problematiche del muscolo. Ho ripreso nella settimana di Trapani e il destino ha voluto che al sessantesimo, sull’episodio del rigore di Mancosu, il mio ginocchio si sia lesionato la cartilagine con microfrattura della rotula. Oltre al danno la beffa, quindi ho dovuto rifare palestra e riprendere l’aspetto mentale. Ho accorciato i tempi di rientro, viste le difficoltà della squadra volevo dare una mano, gestendomi sia in allenamento in cui magari si gonfia un po’, che in partita. Riprenderò a calciare e a far tutto, non era giusto passare da due mesi fermo arrivare a cento, più per gestione che per dolore.
Come procede l’ambientamento e in quale fondamentale senti di essere ancora indietro?
L’inattività porta a leggere situazioni meno velocemente. Il portiere più gioca e più rende ed è sicuro. Avendo tanti infortuni nella mia carriera riesco facilmente a riprendere dopo mesi lunghi di inattività e a capire subito dove sono, è una dote. Stando fermo con tanti infortuni che mi hanno bloccato la crescita, quando rientro so già dove sare e che prevenzione fare. L’ambientamento procede bene, mi trovo meglio che a Cittadella sia col gruppo che col mister che con la società. Vorrei ripagare questa fiducia sul campo, per dare questa mano.
Un messaggio a Farelli
Simone è una grande persona e un gran bravo portiere. Da lui prendo consiigli e ci confrontiamo spesso, abbiamo un grandissimo rapporto, ci parlo e ci scherzo. Non sono d’accordo con le critiche che ha ricevuto, sappiamo che il portiere diventa un eroe quando va tutto bene. Sappiamo che abbiamo scelto questo ruolo e siamo d’accordo con tutto.
Hai scelto Latina perché nerazzurra?
Avevo tante squadre, avevo fatto una bella stagione e ne volevo una per riconfermare questo. E’ partita in salita, devo riprendermi quello che mi è stato tolto negli ultimi due-tre mesi. Abbiamo giocatori importanti dai quali imparare caratterialmente e in campo. E’ un gruppo forte.
Come è nata la trattativa?
Avevo visto che faceva acquisti importanti, si parla bene della società in giro e mi sono informato prima di andare. Sono venuto qui per fare qualcosa di importante, la stagione è difficile, in B la qualità non basta. Non è detto che se uno compra i migliori giocatori vince, di questo dobbiamo rendercene conto tutti. Quando sono venuto qui sono rimasto colpito dallo stadio, nei primi trenta minuti non uscivamo dall’area e vedevamo entusiasmo e i miei difensori preoccupati. Il Francioni fa questo effetto e dobbiamo girarlo a nostro favore.
Come cambia il Raffaele da portiere a tifoso?
Mi arrabbio lo stesso se prende gol l’Inter o se lo prendo io. Ci tengo a tutti e due, sia all’Inter, sono in prestito e sono stato 10 anni lì. Ho fatto dai pulcini alla Primavera, anche qua mi trovo bene.
Tra i protagonisti della Next Gen solo uno è in prima squadra: che idea ti sei fatto?
Ci domandiamo spesso questo, le grandi squadre difficilmente mettono in campo un giovane, preferiscono, secondo me sbagliando, l’esperienza. Bisognerà puntare più sui giovani, il pubblico sappiamo com’è. Se sbaglia un giovane è più attaccabile rispetto a un giovane, bisogna avere più coraggio. se metti un portiere giovane devi dire che quello è il titolare qualsiasi cosa succede, ci vuole fiducia.
Europei e Olimpiadi sono obiettivi primari?
Penso al presente, dobbiamo riprenderci quello che è nostro. Non è questo il nostro campionato, dobbiamo entrare in campo e accorgerci della condizione che ci impone di stare attenti ai dettagli, ai particolari e alle palle inattive. Se prima era cento ora dobbiamo stare concentrati al 110.