Non ci fosse stato il casuale allarme di un automobilista di passaggio, i danni sarebbero estesi anche al piano superiore dello stabile, raggiungendo alcuni appartamenti. Eppure non sono stati circoscritti: l’ambulatorio è andato completamente distrutto dalle fiamme, mentre uno dei suoi mezzi è stato reso inservibile.
In fumo migliaia di euro, nell’attentato incendiario che poco dopo la mezzanotte di domenica ha devastato il Centro dialisi di Monte San Biagio, affacciato lungo l’Appia e di proprietà di un professionista di Latina. Ignoti hanno dapprima appiccato un rogo all’interno della struttura, poi, servendosi di degli inneschi piazzati nella parte anteriore, hanno tentato di fare lo stesso con due Ford Transit parcheggiati nel piazzale esterno.
“Stavo andando verso la Stazione, quando con la coda dell’occhio ho visto una specie di bagliore simile a un fuoco provenire dall’ambulatorio”, ha spiegato chi ha allertato forze dell’ordine e soccorsi. “Ho fatto inversione e, dopo essermi portato con l’auto nei pressi di uno dei cancelli d’entrata, ho visto che in effetti non mi ero sbagliato. Erano proprio fiamme”. In quei momenti, davanti ai suoi occhi, ecco partire le fiamme su uno dei veicoli. Segno che, chiunque abbia agito, era lì fino a qualche istante prima.
A spegnere le lingue di fuoco che stavano avvolgendo il mezzo, i carabinieri del comandante Michelangelo Nania, giunti a sirene spiegate da un pattugliamento fuori paese e muniti di estintore. Per il resto, è stata necessaria oltre un’ora di lavoro da parte di due autobotti dei vigili del fuoco di Terracina e Gaeta, arrivate lungo l’arteria a stretto giro di posta. A seguirli, il delegato comunale alla Protezione civile Romeo Biagio Pernarella ed il comandante della Municipale Aldo Filippi.
Mentre ancora si domavano le fiamme, i carabinieri della Stazione locale sequestravano sui mezzi utilizzati per il trasporto dei dializzati del materiale utilizzato per appiccare il rogo, con uno degli inneschi rinvenuto praticamente intatto. Sarebbe anche stata individuata una possibile via di fuga, una sorta di insenatura tra lo stabile preso di mira ed un fondo agricolo adiacente.