Tornerà a breve in Italia, la 23enne americana che accusa il 36enne infermiere di Fondi Armando Renzitelli di averla violentata presso il pronto soccorso del “Fatebenefratelli” di Roma, dove lo scorso 5 luglio, secondo le ricostruzioni, era giunta quasi in coma etilico. La Procura capitolina, intenzionata a chiedere il giudizio immediato, ha infatti richiesto al gip l’assunzione della testimonianza della denunciante nelle forme dell’incidente probatorio, con la giovane straniera che dovrà quindi rientrare appositamente nel Belpaese per raccontare al giudice la sua versione rispetto a quanto sarebbe avvenuto la notte dalla paventata violenza.
Nel frattempo Renzitelli rimane agli arresti domiciliari, col Tribunale del Riesame che a novembre ha rigettato la richiesta di scarcerazione formulata dagli avvocati Luca Velletri e Roberto Sacco, che pure sostenevano l’assenza di riscontri alle dichiarazioni della turista.
Quest’ultima, secondo quanto denunciato in estate ai carabinieri della Compagnia Trastevere, era arrivata in nottata, pesantemente ubriaca, nell’ospedale dove l’infermiere della Piana, attualmente sospeso in via cautelare, presta da anni servizio. Ad un certo punto, si sarebbe risvegliata dal proprio stato di torpore con le braccia legate a una lettiga ed il 36enne intento a palpeggiarla, dileguandosi prima che lei riuscisse a lanciare, per mezzo di un messaggio col cellulare, l’allarme ai genitori.
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