Fondi, maxi-sanzione per il “pacco” online

Un sasso da 25mila euro. Nemmeno fosse una pepita. A tanto ammonta la sanzione irrogata dal Tribunale di Cagliari ai danni di una cagliaritana colpevole di aver rifilato un “pacco” su Ebay ad una donna di Fondi. Multa esemplare, se si considera l’ammontare della truffa: 65 euro. Ma – è evidente – ciò che conta è il gesto, l’aver abusato della buonafede altrui. O almeno è contato per il magistrato che si è ritrovato il caso tra le mani.

Una vicenda risalente al 2009, quando una giovane della Piana acquistò sul noto sito d’aste e compravendite online, da un’inserzionista risultante a Genova, tale Paola Venturi, una lampada. O almeno pensò di acquistarla, dato che, dopo aver regolarmente pagato il dovuto tramite Postepay, quando la malcapitata si trovò ad aprire il pacco recapitatole trovò, bello incartocciato… un altro pacco. Al posto della graziosa luce, c’era una pietra pomice da poco più di un chilo. Fregatura d’annata eppure sempre in auge, ed anzi giunta a nuova vita nell’era del Web 3.0.


Partita la denuncia della vittima dell’imbroglio, assistita dall’avvocato Leonardo Feula, arrivano le indagini. Addirittura di due Procure: prima quella di Genova; poi, quella di Cagliari. La fantomatica venditrice ligure, guarda un po’, non esiste. E, un riscontro dietro l’altro, di alias in alias, alla fine si arriva a M.L., sarda.

La quale, tanto per cambiare, ha rischiato di farla franca a causa della burocrazia-lumaca, essendo tutto avviato alla prescrizione. Come se non avesse fatto nulla, non fosse stato per il giudice di turno: preso atto della prossima estinzione del reato, ha avallato la richiesta di decreto penale di condanna da 25mila euro avanzata dal pm. Decreto emesso ad agosto 2013, depositato in cancelleria lo scorso settembre e notificato alla truffata solo nei giorni scorsi. Per essere infine contattata dal legale della controparte: l’autrice del raggiro ha chiesto la remissione della querela ed assicurato, onde evitare lo spauracchio a tanti zeri, un risarcimento danni di qualche centinaio di euro. Che, udite udite, potrebbe essere accompagnato dai servizi sociali, sanzione alternativa già richiesta dal legale della donna. E la pietra “dello scandalo”?

Trattandosi, come si è scoperto, di un tipico esemplare di roccia sarda, chissà che non faccia bella mostra su qualche scrivania della Piana, magari riutilizzata a mo’ di fermacarte. A prescindere dalla fine del “pacco”, resta la vittoria – in differita – della parte lesa: “Nonostante siano ormai passati anni – ha commentato l’avvocato Feula – non possiamo che ritenerci soddisfatti”.