AGGIORNAMENTO – Entri nel circolo culturale e trovi due corpi nudi che si contorcono, intenti tra luci soffuse a consumare un rapporto. Si conoscono, sostengono dopo la fastidiosa interruzione l’uomo e la donna, mentre si rivestono frettolosamente. Lui di un Comune litoraneo, lei nigeriana. Peccato che a quanto pare nessuno dei due ricordasse il nome dell’altro. E che, sulla “cultura” di quel raffinato circolo alla periferia di Fondi, nell’area di via Appia lato Monte San Biagio, avessero messo gli occhi i carabinieri della Tenenza: col sospetto che vi fosse celato una sorta di bordello.
Di come la cultura, tra un tacco a spillo ed una buona dose di profilattici, potesse andare a braccetto con l’ombra della prostituzione, gli uomini dell’Arma fondana lo hanno scoperto nella tarda serata di domenica. Denunciando per favoreggiamento il 31enne terracinese A.A., titolare del ritrovo, che pure ha detto di non sapere niente di eventuali rapporti a pagamento consumati in quei luoghi.
Il blitz, in borghese, poco prima della mezzanotte, col comandante Ivan Mastromanno e altri due militari che, dopo essersi palesati, si sono fatti introdurre all’interno. Ad un’entrata anonima, corrispondeva un salone di tutto rispetto. Un altro mondo. Donne slanciate su tacchi a spillo da capogiro, vestiti attillati e trasparenze da urlo, qualche immancabile perizoma in bella vista. Qualcuna da sola, altre intente a parlottare in maniera irreprensibile con alcuni uomini. Nulla di strano o illegale: sensualità a palate, magari; ma, fino a prova contraria, tutti comunque ben vestiti a scambiare due chiacchiere, oltre che regolari soci.
Diverso quello che invece avveniva a qualche metro di distanza, nell’area dei privè. Dove, passando in rassegna box vuoti, i carabinieri hanno ritrovato la coppia di “conoscenti smemorati” di cui sopra. Fossero stati teneri fidanzati, scambisti o altro, pazienza. A ognuno il suo. Ma l’ipotesi di un business sommerso legato al meretricio ha cambiato le carte in tavola. Ed è certo che l’ovvio impaccio e le dimenticanze dei due piccioncini fermati sul più bello, con lei che ha ad ogni modo negato di essere una prostituta, non hanno aiutato a far mutare le convinzioni dei carabinieri. Come pure non ha aiutato il secchio colmo di cartacce e profilattici usati trovato sul retro. Immondizia “particolare”, che, contestualizzata e unita al resto, non ha fatto altro che avvalorare ulteriormente i sospetti legati ad un qualche giro di prostituzione, fino alla denuncia del 31enne e alla relativa informativa in Procura.