Esami radiologici all’ospedale di Fondi, “Si rivolga a una struttura privata”

L'ospedale di Fondi

Increscioso episodio avvenuto all’ospedale di Fondi e reso noto dal Comitato pro ospedale. A presentare una denuncia alla locale Tenenza dei carabinieri è stata la madre di un ragazzo affetto da gravi patologie permanenti al cervello e altre parti del corpo. Un minorenne già sottoposto a 14 interventi chirurgici, in cura presso una struttura sanitaria della Capitale.

Il medico che lo segue ha prescritto al giovane delle radiografie. La madre, quindi, si è recata presso il Cup del “San Giovanni di Dio” per prenotare gli accertamenti.


Secondo quanto testimoniato dalla donna e messo a verbale dei militari dell’Arma, una delle impiegate, dopo aver visionato le due ricette mediche, ha riferito che non poteva prenotare gli accertamenti richiesti, ossia le radiografie in quanto i macchinari erano rotti. La donna ha chiesto se gli accertamenti potevano essere fatti presso l’ospedale di Terracina, ma l’impiegata avrebbe risposto che era impossibile, aggiungendo di rivolgersi a qualche struttura privata.

La madre del ragazzo ha quindi fatto eseguire le radiografie al figlio presso un centro privato, pagando la prestazione, nonostante il figlio goda di esenzione presso le strutture pubbliche. Qualche giorno dopo la protagonista ha incontrato un primario del nosocomio fondano raccontando l’accaduto. Il medico, meravigliato dal racconto, si è attivato per verificare se quanto affermato dall’addetta del Cup rispondesse a verità. Ebbene i macchinari per le radiografie erano perfettamente funzionanti. La signora, quindi, è andata dai carabinieri presentando una regolare denuncia per “interruzione di pubblico servizio” e “omissione d’atti di ufficio”.

Il Comitato chiede di individuare la responsabile dell’increscioso episodio. “Prima dell’estate in un incontro con i vertici dell’Asl, – dichiara il coordinatore Lucio De Santis – erano arrivate rassicurazioni sulla piena funzionalità dell’ospedale di Fondi, invece con l’attuale proposta di Atto Aziendale se ne certifica la chiusura. Ci hanno solo preso per fessi, raccontandoci bugie. Noi non ci stiamo e torniamo a chiedere le dimissioni del direttore di presidio Sergio Parrocchia, appellandoci nuovamente ai senatori Claudio Fazzone, Claudio Moscardelli, ai consiglieri regionali pontini, al sindaco e a tutto il consiglio, affinché ci diano delle indicazioni e si attivino per salvaguardare i nostri ammalati. Altrimenti evitino di ripresentarsi alle prossime elezioni”.