Riconosciuti circa 290mila euro di debiti fuori bilancio e i relativi atti spediti alla Corte dei Conti per accertare eventuali danni erariali. Il Consiglio comunale di mercoledì 19 novembre, finito in tarda serata, non ha potuto che dare il via libera all’apertura delle casse pubbliche per soddisfare le richieste di creditori non inclusi dalla massa passiva del dissesto.
A pesare più di tutti è il credito vantato da un ex dipendente del Comune, che si è visto riconoscere circa 280mila euro per avere svolto negli anni mansioni di livello superiore. Poche migliaia di euro, invece, per gli altri quattro creditori, ma per tutti i revisori dei conti hanno raccomandato l’invio della documentazione alla magistratura contabile per verificare eventuali responsabilità di amministratori ed uffici.
Il Consiglio comunale si è uniformato alla linea de revisori e così, nelle delibere di riconoscimento di ogni debito, si impone l’obbligo di interpellare la Corte dei Conti. I toni, poi, si sono accesi quando è stata la volta di discutere la richiesta di istituzione di una commissione speciale di indagine sull’operato dell’Azienda Speciale. Promossa da Vittorio Marzullo (Sel), la richiesta è stata firmata da altri otto consiglieri comunali di Pd, Fi, Gruppo Autonomo.
Il documento è stato respinto dalla maggioranza con dodici voti a cinque, ma piuttosto aspro è stato lo scontro tra Marzullo e Valerio Golfieri (Pri), quest’ultimo già presidente dell’Azienda Speciale.
Bocciata, infine, anche la richiesta di revoca, firmata da nove consiglieri di tutti i gruppi di opposizione, dell’atto di di indirizzo relativo alla destinazione d’uso di Palazzo Braschi. L’edificio settecentesco resta, perciò, potenziale sede di studi di livello universitario.