Monte San Biagio, commissariata la Pro Loco

Monte San Biagio

Azzerata. E con lo spauracchio di risvolti penali per chi l’ha finora gestita. La Pro Loco di Monte San Biagio è da martedì in un limbo: è stata commissariata e sospesa in via cautelare per i prossimi sei mesi dall’albo provinciale. Un terremoto nato da alcuni esposti e che, dopo il recente interessamento del sindaco Federico Carnevale, una volta eseguiti gli accertamenti del caso ha portato il settore Turismo della Provincia ad una presa di posizione in un certo senso obbligata.

Per il presidente Luigi Pernarella, tutto era perfettamente in regola. Eppure, quella emersa dalle verifiche è una situazione che fa acqua da tutte le parti, con presunte irregolarità in serie rispetto alle disposizioni statutarie. Campagne di tesseramento fantasma, iscrizioni dei soci effettuate solo verbalmente, nessuna ricevuta attestate il pagamento delle quote associative, inadempienze sulla comunicazione di verbali e quant’altro. Tanta roba. Per una Pro Loco che sarebbe stata gestita senza alcuna tracciabilità e trasparenza, oltre che in maniera ben poco partecipativa. Trasformando di fatto una realtà dedita alla promozione turistico-culturale in un “giocattolo” nelle mani di pochi e chiuso verso l’esterno. Senza contare che tale attività di promozione del territorio, motivo della presenza delle Pro Loco, era ridotta ai minimi termini.


Troppo, per proseguire. Fino alla svolta rappresentata dalla nomina del commissario, la dottoressa Valentina Lepore. A nulla, sono valse le controdeduzioni e la relativa richiesta di archiviazione del procedimento avanzata dal presidente “defenestrato”, che ora potrebbe ricorrere al Tar. Ma sulla cui testa adesso pende una spada di Damocle: la Provincia si riserva di “trasmettere gli atti agli organi di polizia giudiziaria per ulteriori approfondimenti di presunta rilevanza penale affiorati nel corso dell’istruttoria amministrativa”.