La farsa delle dimissioni di Giovanni Di Giorgi si è appena conclusa. Almeno questo emerge (dubbi legittimi vista l’inaffidabilità degli attori ingaggiati, sempre pronti a smentirsi, a rimescolare le carte senza un minimo di etica e di coerenza), al culmine della riunione di maggioranza ancora in corso, con il primo cittadino che vince la sua battaglia dopo aver puntato i piedi, paventato ricatti ai limiti dell’inenarrabile, così sfacciati da non consentirgli di governare.
Ma oggi pare tutto diverso: dimissioni ritirate ma il ritorno in sella è condizionato alla fiducia del consiglio comunale. Insomma, Di Giorgi vuole contare e guardare in faccia chi gli sarà fedele da oggi sino alla fine del mandato. Secondo quanto appreso, inoltre, si procederà all’azzeramento della giunta.
Si riparte, dunque, ma la direzione ormai non la conosce più nessuno. Le inchieste, le brutte figure per gli acquisti da Malvaso, la famiglia, la stanchezza? Solo chiacchiere vuote, buone per solo spaventare i consiglieri attaccati alla poltrona più che alla propria mamma.