Ex Enaoli a Formia tra eternit e abbandono, opportunità di lavoro per i disoccupati del Golfo

serre2Che le crisi siano tra i momenti più fertili per creare opportunità, è ormai un concetto affermatosi da tempo, specie perchè a teorizzarlo è stata una delle menti più illuminate della Storia dell’umanità, non solo recente, ovvero Albert Einstein. Opportunità per gli uomini, ovviamente, proprio ciò di cui si ha bisogno oggi, specie nel comprensorio del Basso Lazio, dove di persone in difficoltà ce ne sono parecchie. Dopotutto la crisi economica e sociale, ha mietuto in questa area centinaia di vittime, intese come persone che sono rimaste senza lavoro. Ma come trovare per loro un’opportunità, visto che oramai l’unica possibilità sembra essere rimasta quella dell’esodo verso altri luoghi? Mancano risposte concrete e idee, oltre che la volontà politica evidentemente, e in questo senso allora ciò che accade nell’area ex Enaoli del Comune di Formia è emblematico.

Cos’è anzitutto l’Enaoli? L’acronimo sta per “Ente nazionale di assistenza agli orfani dei lavoratori italiani”, istituito con la legge del 27 giugno 1941, per assistere appunto, fino al compimento del diciottesimo anno di età, gli orfani di padre o di madre, purché ricorressero gravi motivi di ordine ambientale ed economico. Insomma senza entrare più a fondo nell’ordinamento dell’ente, questo si occupava di finanziare una serie di attività economiche, sanitarie, personali, ludiche ed altro per gli orfani di lavoratori.


rifiutiOggi a Formia, dopo la soppressione dell’ente agli inizi degli anni 80, quest’area, è orfana di sè stessa ed è diventata un pò qualsiasi cosa: un depuratore, un centro di raccolta rifiuti, dove peraltro dovrebbe sorgere la sede della nuova municipalizzata “Formia rifiuti zero”, c’è un eliporto, un campo da calcio, l’ex istituto Geometri, un polo associativo per il sociale, e l’area più propriamente sede dell’ente assistenziale, dove venivano ospitati i ragazzi. Tutta l’area è di proprietà della Regione Lazio, e in particolare del dipartimento dell’Arsial, altro acronimo, che sta per Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura del Lazio. Tuttavia, nella realtà, le cose stanno diversamente. Non solo perchè ormai da tempo, dal 2004, quell’area è individuata dal piano regolatore comunale come sede del nuovo policlinico del Golfo, che ad oggi resta solo una fantasia. Ma anche perchè nell’immaginario collettivo, sarà perchè in quello stesso luogo sono ubicati un depuratore, peraltro attualemente solo parzialmente funzionante secondo la Procura di Cassino, e il centro di raccolta rifiuti, sta di fatto che l’area è stata ormai individuata come una vera e propria discarica a cielo aperto. Addirittura nel 2008, dopo una segnalazione anonima, furono ritrovate abbandonate le copie degli atti processuali sulle nuove Br, il sequestro di Abu Omar, Valletopoli e processi di mafia.

enaoli eternitOggi, ammassati, ci sono rifiuti di ogni genere, anche speciali e pericolosi, che andrebbero perciò trattati con procedure specifiche: eternit, anzitutto, a volontà, vernici, scarti di risulta, elettrodomestici, plastiche e chissà cos’altro nella massa indistinta di rifiuti presenti. Fino a qualche giorno fa, qualcuno ha pensato bene persino di abbattere il muretto di contenimento della strada che costeggia l’area parallelamente alla tratta ferroviaria Roma – Napoli, per facilitarsi il compito di gettare rifiuti. L’amministrazione comunale ha però provveduto a posizionare delle reti con apposto un cartello di divieto di abbandono rifiuti, col monito che l’area è videosorvegliata. Tuttavia lasciando i rifiuti dove sono.

Enaoli 1Ora, nonostante le promesse del nuovo governatore del Lazio Nicola Zingaretti, arrivate in piena campagna elettorale, di realizzare l’agognato policlinico del Golfo, questo resta solo un progetto su carta da oltre dieci anni e, visti i debiti regionali, specie in materia di sanità, l’opera probabilmente non si farà mai. Anche per questo motivo nel luglio scorso si è costituita un’associazione che si chiama “Diamo un calcio alla crisi”, composta da circa cinquanta lavoratori, oggi disoccupati, che il lavoro lo hanno perso nelle numerose realtà industriali del territorio, dal cravattificio Pompei alla ex Evotape, e che sono stanchi di vivere nell’assistenzialismo, nel precariato, nella disperazione.

ArsialNumeri destinati a crescere visto l’analogo epilogo al quale sembrano destinate alcune vertenze lavorative come quelle della Sorriso Sul Mare, Pozzi Ginori, Italcraft, Panapesca, Cantieri del Golfo e altre ancora. Per non parlare della piccola impresa locale, soggetta alla costante chiusura di attività commerciali. Insomma il progetto consiste nel proporre alla Regione Lazio, come detto proprietaria del sito, l’affidamento dell’edificio ex Enaoli e del terreno circostante dove, dopo aver lavorato alla bonifica, si possono avviare attività agricole di culture biologiche. Anche perchè proprio nella stessa area sono presenti decine di enormi serre, ormai in disuso e lasciate al degrado, pronte invece a nuova vita, ma soprattutto al rilancio di un’area e allo sviluppo di un territorio, attraverso l’occupazione di decine, se non di centinaia di disoccupati, che dalla crisi potrebbero trovare un’opportunità. Dopotutto, lo scopo sociale dell’area, era quello di assistere gli orfani di lavoratori scomparsi. Certo in questo caso questi sono vivi e vegeti, è proprio il caso di dirlo, ma come lavoratori sono “morti” già da tempo.