Hanno atteso da tempo che le assicurazioni verbali si tramutassero in interventi concreti. Nulla si è fatto finora, né, per
l’immediato futuro, sembra che le cose possano cambiare in meglio. Esasperati hanno denunciato l’intollerabile stato di cose, corredandolo con significative immagini fotografiche. Si tratta della strada di accesso alla montagna di Campello, la cima della dorsale aurunca a nord del paese, la quale sta a Itri, come il Terminillo sta a Roma. Sul monte, dove si pratica l’allevamento del bestiame allo stato brado, si raccoglie legname, si trovano strutture ricettive, dove salgono in mountain bike tanti appassionati del genere e dove si recano a piedi gli amanti della montagna e dell’aria salubre, l’unica
strada di accesso presenta una condizione a dir poco disastrata.
Buche profonde e piene di acqua; lunghi tratti senza lo strato di asfalto; tronchi o grossi rami di alberi secchi abbandonati ai margini della stretta carreggiata; cedimenti del terreno dalla parte del sottostante strapiombo. Ce n’è, insomma, per far catalogare la situazione come una criticità da codice rosso. E, con l’arrivo della stagione delle piogge
torrenziali, le prospettive di sicurezza per chi vi transita tutti i giorni sono destinate a ridursi al minimo.
Da qui l’appello di pastori, operatori della ricezione turistica, appassionati della montagna e frequentatori in genere della zona, per una soluzione che renda per lo meno accettabile le condizioni della viabilità in una zona che – ricordano in tanti – ha rappresentato, agli inizi del Novecento, un centro vitale, dove viveva, in sostanza una comunità numerosa e articolata, con fornaci per la produzione di manufatti in terracotta, distese di grano, siti abitativi dove veniva prodotto, raccolto e lavorato il latte di varie specie di quadrupedi e rivenduti i relativi prodotti caseari.
“Possibile – fanno notare coloro che oggi protestano – che il progresso debba far piombare quella che fu una fiorente civiltà, a suo tempo autosufficiente, in un cumulo di spine che sovrastano le strutture sistematicamente dismesse per la mancanza di adeguate vie di accesso?”