Nasce il gruppo consiliare del Nuovo Centrodestra, e la maggioranza forzista del sindaco Salvatore De Meo perde i pezzi. Primo cittadino compreso, si rimane 17 contro 14. Salvo altri transfughi pronti ad abbandonare gli attuali sodali.
Tra malcontento e sfaldature sotterranee, che bisognasse stare attenti ai numeri era parso chiaro da almeno quattro mesi a questa parte: le forze effettive non erano più quelle d’inizio mandato. Cosa data da tempo per assodata tra i corridoi del Comune di Fondi, ed adesso confermata ulteriormente a livello ufficiale.
Nel corso del prossimo consiglio comunale, tre esponenti finora tra i banchi della maggioranza annunceranno la costituzione del gruppo consiliare Ncd. “Migrando” subito dopo dall’altra parte del guado, tra la minoranza dove già staziona quello che sarò il quarto (ed ultimo?) componente degli alfaniani. Che ora, seppure in netta inferiorità rispetto a Forza Italia, sono la seconda forza all’interno dell’assise fondana.
A salutare De Meo e i suoi, col placet dei vertici provinciali, sono Giovanni Trani, Elisabetta Giuliano e Maurizio Cima. Una scelta ampiamente scontata, quella dei primi due, eletti nell’allora Pdl e che già dallo scorso aprile avevano reso nota la propria adesione al partito retto a livello provinciale da Enrico Tiero. Trani, tra l’altro, è appena diventato consigliere provinciale, ed è in attesa di una delega – probabilmente in via Costa. Un motivo in più per uscire definitivamente allo scoperto e rinvigorire l’addio.
Storia diversa, per Maurizio Cima storico esponente locale dell’Udc, da quattro consiliature capogruppo (e da tre unico eletto del proprio partito), presenza fissa in tutte le commissioni consiliari. Non sono in pochi ad essere rimasti sorpresi dal suo cambio di casacca, ma il suo allontanamento dalla maggioranza era nell’aria da tempo. Significativa è ad esempio la “mossa” dello scorso fine aprile, quando in consiglio si discuteva sul riconoscimento della perdita di oltre un terzo del capitale della partecipata Imof, “costola” del Mof. Una seduta considerata vitale per le sorti della società di gestione di viale Piemonte, e quindi del Mercato, ma che saltò clamorosamente: la minoranza abbandonò l’aula, e tutto venne invalidato per mancanza del numero legale.
Un colpo di teatro che irritò non poco il primo cittadino, e favorito direttamente dalle varie defezioni della maggioranza. Alcuni consiglieri non c’erano proprio. Altri due c’erano, ma ad un certo punto si dileguarono, chi per una passeggiata senza ritorno chi per altro. Decisivo, il loro forfait. Chi erano? Cima, appunto, ed il nuovo compagno di partito Giovanni Trani. Per un ostruzionismo silenzioso andato a tramutatosi nel prossimo abbandono degli ormai ex vicini di banco per passare in opposizione. Dove i due, portandosi dietro la Giuliano, troveranno il rampante Luigi Parisella, entrato in consiglio dietro surroga nelle file della civica Progetto Fondi.
Nuovi equilibri arrivati agli sgoccioli del mandato, e per questo da vedere quanto effettivamente determinanti dal punto di vista amministrativo. Ad ogni modo, un dato politico importante in vista della prossima tornata elettorale.
BOTTA E RISPOSTA – Gli ex sodali li accusano nemmeno tanto velatamente di essere dei voltagabbana. E loro passano al contrattacco, rivendicando la propria indipendenza e insinuando dubbi sull’effettiva tenuta di Forza Italia in consiglio.
La costituzione post elezioni provinciali del gruppo consiliare del Nuovo Centrodestra, che ha ufficializzato la “fuga” dalla maggioranza forzista, già da mesi nell’aria, dei consiglieri Trani, Giuliano e Cima, ha dato il via a provocazioni e baruffe politiche. Una sorta di resa dei conti.
A puntare per primi il dito, Forza Italia e le civiche Io Sì e Litorale e sviluppo fondano: conosci della fronda interna, fino a prima silenziosa, hanno accusato gli alfaniani di essere rappresentanti della “vecchia politica”, pronta a tradire il mandato degli elettori e a cambiare con eccessiva disinvoltura casacca. Dall’amministrazione, con cui i fuoriusciti vennero eletti nel 2010, ne fanno una questione di coerenza. Ambigui e “pavidi”, visto che sono usciti definitivamente allo scoperto solamente ad elezioni provinciali vinte, facendo fronte comune col Pd.
“Dopo mesi in cui avevamo assistito al manifestarsi di sintomi propri della vecchia politica – ostracismi, assenze strategiche in consiglio comunale, voti contrari – finalmente si è trovato il coraggio di far emergere la propria posizione”, hanno scritto tra le altre cose i capigruppo dei tre partiti. “Di tutto ciò dovranno ovviamente dare conto agli elettori i suddetti consiglieri, soprattutto coloro i quali nel 2010 chiesero ed ottennero consensi per essere delegati dalla cittadinanza a sedere nell’assise cittadina candidandosi in una coalizione politica, cambiando casacca in corsa senza avvertire alcun disagio. E da ciò emerge con chiarezza come essi abbiano smarrito il concetto di coerenza politica. Per la coalizione che sostiene convintamente il sindaco Salvatore De Meo è evidente che tale annuncio appare del tutto irrilevante, considerato che l’ambiguo comportamento tenuto negli ultimi tempi in Consiglio comunale li aveva già situati, di fatto, fuori dalla maggioranza”.
Piccata, la pronta replica del coordinamento Ncd. Il “j’accuse” pare aver infastidito non poco Trani e compagni, che per opportunisti proprio non vogliono passare. Mettendola innanzitutto sul piano dell’autonomia decisionale: “E’ ‘vecchia politica’ dare il voto favorevole sempre e comunque anche su scelte non condivise e decise da altri? O il coraggio di decidere in libertà è diventato un’azione di lesa maestà?”.
Da una stilettata all’altra. “Piuttosto che accusare la trasparenza di un gruppo, gli esponenti del Pdl fondano dicano alla cittadinanza quali oscure ragioni hanno portato gli stessi a non creare il gruppo di Forza Italia in consiglio comunale. Ad oggi infatti risulta non costituito alcun gruppo con nome Forza Italia nel consiglio comunale di Fondi, forse c’è paura che altri consiglieri possano non aderire?”. Infine, una postilla: “Ricordiamo che oggi chi parla a nome di Forza Italia è stato eletto in altro partito”.