
Mai nessuna donna, prima di lei, aveva ricevuto il prestigioso riconoscimento. A Francesca Burali d’Arezzo, di Itri, è stato assegnato il Turner Prize, il prestigioso premio conferito ai ricercatori del laboratorio Schofield Centre dell’università di Cambridge. Con questa attestazione alla ventinovenne itrana, figlia dell’ins. Pietro Burali d’Arezzo e di Rosalba Di Biase, laureatasi, anni fa, presso l’Università Torvergata di Roma con il voto di 110 e lode, è stata scritta una pagina epocale nel celebre ateneo di Cambridge, capoluogo dell’omonima contea, situato sul fiume Cam, dove insegnarono Erasmo da Rotterdam, Newton, Bacone e Byron. La ricercatrice aurunca ha avuto il merito, si legge nella motivazione, di aver “contribuito in modo innovativo alla ricerca sperimentale”. In particolare, il premio è rivolto a coloro che lavorano con la centrifuga geotecnica. Francesca Burali d’Arezzo, nel corso della sua breve ma già prestigiosa carriera, ha collaborato con l’Università Technion, in Israele, per l’utilizzo di nuovi sensori, poi implementati nell’Università di Cambridge. Comprensibile la soddisfazione, oltre che per i genitori, per gli amici di Itri dove è solita ritornare e tuffarsi, con la semplicità comportamentale delle persone culturalmente “ricche”, in mezzo alla gente.