
Il caso più lampante tra quelli verificati riguarda il fossato sito in località “Mezzabrino”, che costeggia per un lungo tratto a cielo aperto via “le cupe” per poi immettersi nel sottosuolo incrociando via “cespole”. Il lungo e ampio tratto del canale costituito prevalentemente da roccia e cemento è letteralmente infestato da erba e vegetazione arborea, foglie secche, rovi, depositi di rami, terriccio e sassi che lo rendono per buona parte ormai poco visibile. Il capiente fossato è situato in una zona centrale, lambisce numerose abitazioni, terreni e due strade. Insiste inoltre all’interno di una delle molte aree segnalate non a caso come a rischio idrogeologico. Alcuni residenti ricordano che già in passato si verificarono smottamenti delle acque convogliate nel fosso, che causarono danni ingenti. Non dimentichiamo inoltre quanto avvenne solo due anni fa, quando il torrente “Pontone” che attraversa i territori di Itri, Gaeta e Formia, straripò causando una vittima e danni enormi per i quali i cittadini non hanno ricevuto alcun risarcimento, oltre all’attenzione della magistratura che aprì un’indagine riguardo a presunte inadempienze e omissioni.

Il Comune non solo avrebbe l’obbligo di monitorare lo stato dei canali ma dovrebbe anche verificare attraverso il Comando dei Vigili se esistano costruzioni abusive che ne ostruiscono il passaggio. Chiediamo pertanto come mai l’Amministrazione di Itri e gli enti preposti non abbiano svolto il proprio compito, specialmente in casi eclatanti come quello del fosso di “Mezzabrino”. Chiediamo inoltre che si intervenga tempestivamente e con urgenza per porre rimedio almeno alle situazioni più allarmanti attraverso apposite ordinanze e interventi diretti.
Circolo PRC ITRI-GAETA “Mariano Mandolesi”