
Nessuna colpa dei medici. Il carabiniere scelto Andrea Bernabai, 35 anni, di Latina, è morto a causa dell’incidente stradale subito. Con questa convinzione, dopo un anno di indagini e alla luce soprattutto delle consulenze medico-legali disposte, il sostituto procuratore della Repubblica di Grosseto, Laura D’Amelio, ha chiesto il rinvio a giudizio, con l’accusa di omicidio colposo, di Bruno Nocera, 85 enne di Roma, che il 16 aprile dell’anno scorso, alla guida di una Fiat Punto, sull’Aurelia tamponò e fece rovinare a terra il pontino, che lo precedeva in sella a una moto Ducati Multistrada.
Il 35 enne stava tornando in Valle d’Aosta, dove lavorava nel Nor della compagnia di St Vincent Chiatillon. Venne ricoverato all’ospedale di Grosseto e dimesso dopo 24 ore. A distanza di oltre 15 giorni, il 4 maggio, perse la vita, colto da malore, nell’abitazione dei genitori, a Latina, dove stava trascorrendo la convalescenza.
Per il sostituto D’Amelio un decesso di cui sarebbe responsabile solo l’automobilista, distrattosi alla vista di una pattuglia della polizia municipale, che stava rilevando la velocità dei veicoli in transito, utilizzando un autovelox. A decidere se rinviare l’85 enne a giudizio, venerdì prossimo, sarà il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Grosseto, Marco Bilisari. I genitori del giovane carabiniere pontino andranno a costituirsi parte civile, assistiti dagli avvocati Francesco Autieri e Cristiano Montemagno.