Ha negato decisamente ogni addebito, affermando di non ricordarsi nemmeno della ragazza che ha affermato di essere stata legata e fatta oggetto dei suoi palpeggiamenti. Armando Renzitelli, l’infermiere di Fondi da martedì agli arresti domiciliari con l’accusa di violenza sessuale ai danni di una 23enne americana giunta lo scorso luglio ubriaca al pronto soccorso del “Fatebenefratelli”, ospedale capitolino dove l’uomo lavora, è comparso venerdì mattina davanti al gip Anna Maria Fattori. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia il 36enne operatore sanitario ed attivista di Forza Nuova ha mantenuto la medesima posizione tenuta sin dall’inizio: lui con quest’accusa tanto infamante non c’entra nulla, tanto da non sapere neanche chi sia la giovane straniera che gli punta il dito contro.
Sempre nella stessa mattinata gli avvocati Luca Velletri e Roberto Sacco, che tutelano gli interessi dell’uomo, hanno depositato il ricorso al Tribunale del Riesame. Istanza che lunedì sarà affiancata da una seconda, sempre finalizzata alla revisione delle misure cautelari, e direttamente legata alla sospensione preventiva dell’infermiere dal lavoro, annunciata a mezzo stampa mercoledì dai vertici del “Fatebenefratelli” e notificata al diretto interessato solo nella prima mattinata di venerdì. Con il presunto molestatore temporaneamente allontanato dall’ospedale che sarebbe stato teatro dei fatti – è il ragionamento dei difensori del 36enne – verrebbe di conseguenza meno anche l’eventualità di reiterazione del reato contestato, uno degli elementi che hanno portato al recente arresto a casa. Misura che dalla difesa, carte alla mano, hanno giudicato eccessiva, vista la sostenuta mancanza di elementi e riscontri rispetto la versione della ragazza.
***ARTICOLO CORRELATO*** Infermiere di Fondi arrestato per violenza sessuale, l’avvocato: “Nessun riscontro” – 17 ottobre -)
***ARTICOLO CORRELATO*** (Accusato di violenza sessuale su una paziente americana, arrestato infermiere di Fondi – 15 ottobre -)
