Formia, amministrazione Bartolomeo “in difficoltà”. Consigliere Paone denuncia: “Gruppi di potere in maggioranza”

bart moscLa maggioranza del Comune di Formia è “in difficoltà”. Ad affermarlo è proprio uno dei componenti della stessa maggioranza, in quota Sel, ovvero il consigliere comunale Enrico Paone. D’altra parte è fin troppo evidente il boicottaggio ordito nei confronti del sindaco di Formia Sandro Bartolomeo al fine di non permettergli di entrare nel neo eletto Consiglio provinciale.

"Consiglieri di maggioranza"
“Consiglieri di maggioranza”

Una delusione che può avere conseguenze sugli equilibri e sulla solidità dell’amministrazione Bartolomeo a Formia. Perchè il sindaco era convinto di essere votato dai suoi compagni di avventura in Comune, gli unici deputati a determinare, al pari dei propri omologhi dei 33 Comuni della Provincia, la nuova composizione del Consiglio provinciale come disposto dalla legge di riordino delle Province del “decreto Delrio”.


formia comune slideE invece, secondo i calcoli, in cinque hanno voluto l’esclusione di Bartolomeo, studiata a tavolino, tanto da sancire la mancata elezione per un solo voto di scarto. Per questo motivo l’analisi di Paone è precisa e individua i responsabili del colpo basso, velatamente riconosciuti come “un gruppo di potere”, già individuati e richiamati all’ordine recentemente dal consigliere di Sel, e quindi definiti come autori di “un vero e proprio affondo … e che vogliono contare più del dovuto … nel sostituirsi in futuro, prossimo o meno che sia, all’esistente (amministrazione, ndr), e con modalità che sono ormai del tutto evidenti”.

*Enrico Paone*
*Enrico Paone*

A questo punto Sel, nelle parole di Paone, sta valutando il da farsi rispetto al proprio ruolo in maggioranza, senza escudere nessuna ulteriore conseguenza nell’amministrazione comunale. Infatti, Paone si domanda: “Che fare? Non è più l’ora delle riflessioni e delle verifiche di maggioranza perché troppe ce ne sono state e non hanno prodotto effetto alcuno. Sarebbe forse il caso di mettere di fronte alle proprie responsabilità, stanandolo, chi crea le premesse per una crisi. Si rivedano ruoli, si cancellino posizioni di privilegio, se ce ne sono, e, nel caso ce ne fosse bisogno, si chieda su atti forti la fiducia in Consiglio. Se, al contrario, si volesse ricomporre il tutto con riposizionamenti ad hoc e si volesse far rientrare l’eventuale dissenso con inutili attendismi, certo non condividerei e, in quel caso, ne trarrei le conseguenze politiche”.