Spettacolare rapina a Ponza, condannato a sei anni… sedici anni dopo

porto ponza passeggiataSono trascorsi oltre sedici anni dalla rapina da mezzo miliardo di lire messa a segno al Monte dei Paschi di Siena di Ponza. Un colpo da film, che vide in piena estate l’isola circondata dalle forze dell’ordine, a caccia dei banditi in terra e mare. Per tutto questo tempo la parte del bottino recuperata dai carabinieri è rimasta sotto sequestro e solo ieri, con la condanna di un terzo imputato, il Tribunale di Latina l’ha sbloccata.

Nella banca di corso Pisacane fecero irruzione due malviventi, armati di taglierini, arraffarono 518 milioni di lire e si diedero alla fuga. Ad attenderli fuori dall’istituto di credito, con due motorini pronti per scappare, c’era un complice. Difficile dileguarsi da un’isola, ma i rapinatori entrati in azione il 16 agosto 1998 ci riuscirono. Analizzando le immagini catturate dalle telecamere di sorveglianza e analizzando alcuni abiti recuperati nella boscaglia, ritenuti essere quelli indossati dai malviventi, i militari dell’Arma risalirono ai presunti autori del colpo e a un uomo che li aveva aiutati a falsificare dei documenti, tutti uomini di Torvaianica, recuperando solo 60 milioni. Gli autori della rapina vennero identificati in Alberto Vilma e Alessandro Fragalà, zio di quel Sante condannato per il duplice omicidio di Cecchina. Fabrizio Vilma, fratello di Alberto, venne invece inquadrato come il “palo” e Nicola Muzzu come il responsabile dei falsi.


A distanza di dieci anni dal colpo, il Tribunale di Latina condannò a cinque anni e mezzo Fabrizio Vilma e a un anno Muzzu, essendo nel 2001 deceduto Alberto. La posizione di Fragalà, 56 anni, in quel momento detenuto in Spagna e in attesa dell’estradizione, venne stralciata. Per lui la condanna il Tribunale di Latina l’ha emessa oggi: 6 anni, come chiesto dal pm Simona Gentile. E solo ieri sono stati dissequestrati uno dei motorini che avrebbero usato i rapinatori e la parte di bottino recuperata. Ma ormai le lire sono carta straccia.