
“Quello scranno no!”, verrebbe da dire interpretando il pensiero di chi ha agito. Mercoledì, una denuncia nei confronti del presidente del consiglio comunale, finito sotto accusa per averne sempre procrastinato la surroga dalla maggioranza forzista nell’assise cittadina. Giovedì, una “bussata” a Prefetto e Ministero dell’Interno per una nuova sospensione immediata. A furia di carte bollate, dalla minoranza di Sperlonga affilano le armi. E, nemmeno il tempo di uscire “dalla naftalina”, ecco Armando Cusani ritornare al centro delle polemiche politiche.
Resa inefficace l’applicazione della legge Severino per effetto della sentenza dei giorni scorsi in Corte d’Appello, che nonostante la conferma della condanna per l’affaire “Grotta di Tiberio”, aveva visto prescritto il reato di abuso d’ufficio, il forzista sperlongano è appena tornato di fatto presidente della provincia, seppur per una manciata di giorni, viste le elezioni programmate per questo fine settimana. Ma Cusani è anche ritornato consigliere comunale del borgo rivierasco, pronto a partecipare alla prossima seduta, in agenda venerdì. Almeno fino a nuove comunicazioni da parte del Prefetto, che ad oggi non sono arrivate, si è stati insomma catapultati all’origine, come se nel frattempo nulla fosse successo.
Con la concreta possibilità di ritrovarselo “tra i piedi” seduto nei banchi della maggioranza, gli esponenti d’opposizione Benito Di Fazio e Alfredo Rossi sono così passati nuovamente in prima linea. Una mera questione di rispetto delle regole, per loro. Perché? Nei mesi scorsi, vista la condanna a due anni per la vicenda della “cacciata” dell’ex comandante della Municipale locale, che comprendeva anche il reato di abuso d’ufficio, dalla minoranza richiesero al prefetto Antonio D’Acunto l’applicazione della Severino tanto per il primo cittadino Rocco Scalingi che per Cusani. Sollecito dal seguito solo parziale: già sospeso per la condanna dell’hotel, Cusani non poteva andare incontro ad un nuovo provvedimento del tutto simile. Uno stato di cose che ormai non c’è più. Motivo per cui Di Fazio e Rossi giovedì hanno scritto al dottor D’Acunto e al Ministero competente per uno stop bis legato alla condanna prima “ignorata” per legge. “Il caso De Magistris insegna che la sospensione deve essere immediata e senza dilazione alcuna”, scrivono tra l’altro i due consiglieri.

I quali, il giorno precedente, hanno presentato ai carabinieri di Sperlonga, destinazione Procura, un esposto-denuncia contro il presidente del consiglio comunale Aldo Farina, accusato di aver favorito Cusani grazie ad un reiterato “comportamento omissivo” e di aver abusato della sua carica non ottemperando a precise disposizioni di legge. Al centro delle accuse, la questione della mancata surroga del Cusani consigliere locale, sostituzione che tra un “espediente” e l’altro Farina avrebbe volontariamente protratto all’infinito. Per arrivare al “limbo da burocrazia” di oggi, con Cusani che, fino appunto a nuove comunicazioni dell’autorità, è pronto a risedersi sul suo scranno. Che, in una specie di corsa contro il tempo, dall’opposizione intendono sottrargli daccapo.