Si sta arricchendo di un nuovo capitolo la vertenza, tecnico-amministrativa, giudiziaria ed occupazionale, del caseificio D’Ambrosio di Formia, la cui chiusura è stata decretata il 5 agosto dalla dirigente dell’ufficio commercio del comune, Tiziana Livornese, e confermata il 12 settembre dal Tar del Lazio secondo il quale il supermercato di Santa Croce non può riaprire perché nel corso degli ultimi 30 anni ha ampliato considerevolmente le sue superfici di vendita.
I legali della società proprietà della struttura, la “D’Ambrosio alimentari srl”, gli avvocati Domenico Trobia e Salvatore Orsini, stanno per presentare un nuovo ricorso al Tar per dimostrare che il caseificio d’Ambrosio può riaprire i battenti utilizzando le superfici originariamente autorizzate all’interno di un capannone che lo stesso comune, dopo un recedente sopralluogo, ha definito condonabile e, dunque, agibile.
All’avvocato Orsini , alla proprietà del supermercato D’Ambrosio e ai suoi 25 dipendenti, da pochi giorni finiti in cassa integrazione, poco interessi il fatto che l’ordinanza dirigenziale di chiusura del 5 agosto sia figlia di un clima di psicosi e di terrore che si è instaurato nell’apparato dirigenziale ed apicale del comune dopo l’avvio dell’inchiesta del sostituto procuratore Giuseppe Miliano sugli incarichi e appalti pilotati.