Fondi, la guerra fredda dei grillini

fondiIl MoVimento resta “immobile”. Il tempo passa, le divergenze e le incomprensioni faticano a essere appianate, le fumate nere si susseguono. Ed ognuna delle controparti rimane fino a buone nuove trincerata sulle proprie posizioni.

Nonostante i propositi dei mesi passati, continua sotterranea la guerra fredda tra i due meetup grillini della Piana, “Per un futuro da sogno” e “Fondi a 5 Stelle”. Due distinti coordinamenti che dall’inizio – il primo da circa tre anni, l’altro dallo scorso gennaio – viaggiano sì nella medesima direzione politica, ma su binari che sono andati raramente ad incontrarsi.


Dissapori, accuse di personalismi e scelte non condivise, sospetti, fraintendimenti belli e buoni, forse una certa, reciproca incomunicabilità di fondo. Per uno scontro fratricida che, con le amministrative 2015 sempre più dietro l’angolo, ad oggi lascia in sospeso anche la futura certificazione da parte del blog nazionale per poter sfoggiare in una lista unitaria il simbolo pentastellato: tra i due litiganti, probabilmente non godrebbe nessuno.

Peccato che, sullo sfondo di telefonate e abboccamenti, riunioni e tastiere “bollenti” che a volte infuocano i dibattiti sulla Rete, tra le tante anime del M5S si prosegua col muro contro muro. A nulla sembrano finora valse mediazioni e chiamate all’unità da parte dei referenti sovracomunali. E tutti credono fermamente la ragione dalla loro. Rinfocolando indirettamente le diffidenze.

Che, tra accordi in apparenza chiusi e sempre procrastinati, almeno a livello formale riguardano in particolare le modalità di costituzione del blocco unico “in naftalina”: da una parte si spinge per una fusione che comprenda gli attuali vertici di tutti e due i meetup, punto su cui si pareva in sintonia; dall’altra, si vorrebbe invece lo scioglimento di entrambi i coordinamenti, con un percorso comune da iniziare ex novo. Altro tema caldo, quello delle esatte modalità di tesseramento.

Magari dettagli, per gli esterni. Questioni evidentemente imprescindibili, per i diretti interessati. I quali, una parola tira l’altra, negli ultimi tempi si sono però ritrovati a confrontarsi su ben altri piani: doppi inviti ufficiali a qualche referente di livello, quasi a contenderselo; sottintese accuse di pochezza politico-organizzativa; presunti, tentati boicottaggi di questo o quell’evento da parte dei militanti “concorrenti”.

Insomma, la tensione si è tagliata col coltello. Non a caso nei giorni scorsi si è arrivati a una sorta di caccia alle streghe, nell’occasione sostituite dagli infiltrati: ognuno da par suo, vista l’impasse e la vecchia logica del “divide et impera”, era giunto al sospetto che dall’altra parte vi fossero “sabotatori” estranei al M5S. Dando nuova linfa alle “amichevoli ostilità”. Eppure, dai meetup, la speranza è l’ultima a morire: il pensiero comune è che in un modo o nell’altro prevarrà il buonsenso.

***ARTICOLO CORRELATO*** (Fondi, dall’ospedale alla “conquista” del territorio: i grillini serrano i ranghi – 29 luglio -)