Mensa scolastica troppo salata, lo dicono gli esponenti del comitato Giovani di San Valentino e non si riferiscono certo alla sapidità dei cibi somministrati.
Secondo gli attivisti del gruppo civico infatti, i costi sostenuti dai genitori degli alunni di Cisterna sono gli stessi del 2011 e le amministrazioni comunali che si sono succedute non sono riuscite mai a ridurli, nemmeno per le fasce più deboli. “Sono anni ormai che ci battiamo assieme agli altri comitati di quartiere della città – spiega Massimo Morici, presidente del Comitato – contro queste tariffe assurde, che penalizzano tutti, soprattutto le famiglie con i redditi più bassi. A quanto ci risulta, i nuclei familiari che arrivano a 5mila euro di ISEE pagano 3 euro al giorno per far mangiare il figlio a scuola. Chi supera i 15mila, invece, ne paga 4. Praticamente si equiparano famiglie con condizioni economiche molto diverse”.
A quanto pare, la mensa scolastica a Cisterna resta l’argomento più scottante.
Forse per questo è più di un anno che l’Ente cerca invano di definire la procedura per la gara d’appalto per il rinnovo del fornitore del delicato servizio. Lo scorso 3 ottobre, dunque, gli uffici hanno dovuto provvedere all’ennesima proroga tecnica che lascia tutto nelle mani del precedente appaltante, fino alla fine dell’anno. Parliamo della ditta All Food che ormai da oltre 3 anni garantisce il mangiare quotidiano ai nostri piccoli studenti. Ma quanto costa al Comune la mensa scolastica? Stando alla determina 73 alla quale accennavamo prima, tra ottobre e dicembre l’Ente dovrà pagare 175 mila euro alla società. Ogni singolo pasto costa 5,90 euro, un prezzo concorrenziale che si spera garantisca prima di tutto la qualità dei prodotti che mangiano i bambini.
Oltretutto, bisognerà vedere se il Comune riuscirà davvero a fare un nuovo affidamento a metà anno. Con tutto il rodaggio necessario ad un sistema ponderato come quello della somministrazione pasti per centinaia di studenti dislocati in plessi anche molto lontani tra loro – e considerando poi, tutte le complicazioni legate al rispetto delle tabelle dietetiche e delle diverse esigenze di scuole sempre più multietniche – la sensazione è che si vada verso un’ulteriore proroga. Tutto questo, con buona pace dei genitori insoddisfatti.