Falsità in scrittura privata, il consigliere Di Matteo in aula accusato da due parenti

*Ivano Di Matteo*
*Ivano Di Matteo*

Dai banchi del consiglio comunale a quelli del tribunale. Il consigliere dell’Ncd, di Latina, Ivano Di Matteo è imputato per falso in un processo scaturito da una denuncia fatta da due suoi parenti. A citarlo a giudizio il pm Raffaella Falcione, con l’accusa nello specifico di falsità in scrittura privata.

Ascoltati in aula, come testimoni, davanti al giudice Stefano Nicolucci, sono stati proprio i due parenti – accusatori. Un processo che, oltre a Di Matteo, difeso dall’avvocato Gianni Lauretti, vede imputato Giovanni Paolo Bernassola, 60enne di Sonnino, difeso dall’avvocato Paolo Censi, incentrato sulla gestione della società “Apple 95”.


Per l’accusa, nel 2010, sarebbe stato fatto un falso verbale di assemblea dei soci della srl, in cui venivano limitati i poteri dell’amministratore, trasmettendo lo stesso alla Camera di commercio di Latina. L’anno prima sarebbe poi stato inviato un altro verbale all’ente camerale, ugualmente falso, in cui veniva sostenuto che Vincenzo Di Matteo, uno dei denuncianti, costituiti parte civile tramite l’avvocato Domenico Bianchi, rassegnava le dimissioni e veniva nominato al suo posto Ivano Di Matteo, che dopo due mesi, in un altro verbale considerato sempre falso, rinunciava all’incarico.

Un caos, su cui dovrà fare chiarezza il giudice Nicolucci. Si torna in aula il 10 marzo.