
AGGIORNAMENTO – Il veleno viaggia online. Ed il sindaco condannato per diffamazione a mezzo stampa finisce per far denunciare per diffamazione a mezzo stampa l’ex sindaco. Sembra un gioco di parole, ma succede a Lenola, dove nei giorni scorsi il primo cittadino Andrea Antogiovanni ha presentato una denuncia-querela contro ignoti ai carabinieri della Stazione locale contro la pagina Facebook del Movimento Civico, gruppo d’opposizione raccolto attorno alla figura dell’ex sindaco Gian Battista De Filippis. E’ stato proprio quest’ultimo a finire nei guai in seguito agli accertamenti dell’Arma, deferito assieme all’ex assessore della propria giunta Pasqualino Mastrobattista dopo essere stati convocati giovedì dal comandante Biagio Di Iorio.

Il motivo? Una buona dose di satira politica e stilettate risultata evidentemente indigesta. A scatenare il polverone, una serie di vignette: di volta in volta il sindaco vi viene rappresentato con un immancabile naso da Pinocchio, oppure affaccendato a parlare con la propria ombra, riferimento indiretto al fratello gemello di Antogiovanni, velatamente e a più riprese indicato dal gruppo di minoranza come colui che tiene veramente le redini del Comune.
“Disegnini” e nuvolette di troppo, a giudicare dalla reazione del diretto interessato, che dopo aver silenziosamente incassato per mesi è passato alle vie di fatto. Lui che, ironia della sorte, proprio a breve distanza dall’inizio del proprio mandato da primo cittadino era stato condannato in primo grado a 4 mesi per il medesimo reato ora contestato agli avversari politici: diffamazione a mezzo stampa, per aver offeso nel 2008 (guarda un po’) l’allora amministrazione De Filippis, ed in particolare l’ormai ex assessore ai Lavori pubblici Giuseppe Tatarelli, accusato di illecite manovre amministrative per mezzo di un post sul blog della minoranza ora divenuta maggioranza, di cui ai tempi Antogiovanni era la “stella”.

Questioni ad ogni modo slegate, per il sindaco. “In questo caso ritengo sia stata superata ogni misura, ogni limite”, ha commentato a margine delle notifiche delle denunce per le vignette indesiderate. “Il sottoscritto e gli altri membri dell’amministrazione sono i primi a riconoscere l’opportunità di un’opposizione dignitosa, ma darmi del bugiardo o della testa di legno non è satira”.
Manco a dirlo di tutt’altra opinione i “burloni” del Movimento Civico, che, indignati e ritenendo di “non aver fatto nulla di illegale”, gridano al bavaglio. “In tutto il mondo la vignettistica viene usata per raccontare situazioni politiche, a Lenola invece il sindaco querela. Sapevamo che egli, già dai banchi dell’opposizione è sempre stato avvezzo alla ‘carta bollata’, ma ‘una persona altamente democratica’, esponente del Partito Democratico, non pensavamo che arrivasse a querelare chi esprime un’opinione in forma ironica come fanno in tanti in Italia e nel mondo, e come hanno fatto i suoi amici di partito e di gruppo quando stavano all’opposizione. Adesso dove sono andati a finire tutti quei paladini della libertà di espressione?”.