Si può contestare un reato come il peculato soltanto perché su un’auto della Polizia, oltre a far salire gli atleti delle Fiamme oro diretti a una competizione nel Nord Italia, viene dato un passaggio anche alle mogli degli sportivi? Può essere considerato un danno per le casse pubbliche aver fatto viaggiare una Fiat Grande Punto con due passeggeri in più? Quando di mezzo ci sono rapporti tesi tra colleghi, con tanto di interventi del sindacato ed esposti in Procura, accade anche questo.
L’ex responsabile del centro sportivo remiero delle Fiamme Oro di Sabaudia, per un viaggio ad Auronzo di Cadore, in provincia di Belluno, a fine giugno 2011, dove i suoi uomini dovevano partecipare a una gara di canottaggio sul lago di Misurina, si è trovato così con una richiesta di rinvio a giudizio. Un incubo e allo stesso tempo un’assurdità, finito ieri mattina per Elmo Santino, assolto dal giudice Mara Mattioli per non aver commesso il fatto.
Tre anni fa il centro remiero della città delle dune è finito in una sorta di guerra interna, nella quale un sindacato di Polizia ha denunciato il passaggio fino al paesino delle Dolomiti, dato alle mogli di due atleti, come sperpero di denaro pubblico. Tanto il questore quanto il Ministero dell’interno, a cui era stata sottoposta la vicenda, non avevano riscontrato alcun illecito.
Alla luce dell’esposto ricevuto, il sostituto procuratore Giuseppe Miliano ha però chiesto il rinvio a giudizio del poliziotto, con l’accusa di peculato. L’imputato, difeso dall’avvocato Moreno Gullì, ha scelto di essere giudicato con rito abbreviato. E, come chiesto in aula dallo stesso pm, il giudice Mattioli lo ha assolto.