Ponza bilancio di previsione, troppe ombre per il consigliere Ferraiuolo

*Comune di Ponza*
*Comune di Ponza*

Tasse aumentate, servizi diminuiti, risparmi ignorati, progetti di sviluppo contratti e molto altro ancora. Lungo l’elenco di contestazioni fatto dal consigliere comunale d’opposizione Francesco Ferraiuolo, motivando il suo no all’approvazione del bilancio di previsione, ma proprio quelle rimostranze ora sono diventate a Ponza un caso. Il politico lamenta che tali osservazioni non sono state allegate alla delibera con cui è stato dato il via libera al documento contabile, mai pubblicate sul sito internet dell’ente e, tra critiche sulle scelte economiche fatte dall’amministrazione Vigorelli e accuse di scarsa trasparenza, oltre a sollevare di nuovo il problema in consiglio comunale, ha chiesto l’intervento del prefetto e del ministro dell’economia.

Era il 19 luglio scorso quando, in sede appunto di approvazione del bilancio di previsione, Ferraiuolo manifestò molti dubbi sulla gestione delle finanze comunali, tanti da indurlo a votare contro il documento contabile proposto, bollandolo come insoddisfacente. Il consigliere parlò di tasse “aumentate in maniera sproporzionata” rispetto ai servizi offerti, del mancato rispetto della normativa e della “logica amministrativa più elementare” nella redazione del bilancio, di un consuntivo con le spese correnti passate dai 4,4 milioni del 2012 ai 5,6 del 2013, fino a inserirne 6,1 in quello di previsione 2014, ignorando così la spending review e contemporaneamente decurtando di 1,9 milioni gli investimenti sui progetti di sviluppo. Definendo la Tasi come un tributo che andrà a colpire quasi esclusivamente gli isolani, dunque i residenti tutto l’anno a Ponza, e muovendo contestazioni alle scelte fatte in tema di rifiuti, Ferraiolo aveva poi concluso puntando il dito contro le troppe spese legali. Ora, in occasione dell’ultimo Consiglio, ha battuto sulla mancata pubblicazione di quelle osservazioni e reso noto che della vicenda ha interessato sia il prefetto che il Ministero dell’economia, chiedendo loro di intervenire e di far rettificare anche la Tari, più cara per le famiglie meno numerose e che quindi producono meno rifiuti.