L’albergo ‘Miracolle’ e i rifugiati politici: rebus a Lenola

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*Una delle stanze della struttura ricettiva*

Dopo mesi di chiusura, l’hotel ‘Miracolle’ di Lenola, di proprietà comunale e quest’estate oggetto di un nuovo affidamento, è finalmente pronto a riaprire i battenti per ospitare i forestieri. Che a quanto pare non saranno turisti, bensì migranti reduci dai tristemente noti viaggi della speranza. Una cinquantina, stando alle prime informazioni, gli extracomunitari che sarebbero ospitati fino a data da destinarsi nelle 22 stanze della struttura.

Una svolta ‘sociale’ ad oggi non confermata ufficialmente, e di cui da Palazzo nessuno sembra sapere nulla. Ma che in paese ha già portato a discutere, se non altro per una questione di opportunità, tenendo presente la vita travagliata dell’albergo-ristorante in oggetto: da anni al centro di aspre polemiche inerenti gestioni ed affidamenti, con tanto di puntuale ricorso alle carte bollate, anziché un valore aggiunto la struttura ha finora rappresentato una sorta di cattedrale nel deserto. Da circa vent’anni a questa parte, infatti, sono stati di gran lunga maggiori i periodi di chiusura che di normale attività. Per quello che, a livello amministrativo, è considerato un po’ da tutti “il peggior affare della storia del Comune”, che lo acquistò da un privato negli anni Novanta.


I più, con il recente cambio di gestione ed il conseguente affidamento alla cooperativa sociale ‘Minerva’, che se l’era già visto assegnare in passato, salvo poi veder sfumare tutto per una questione di graduatorie, pensavano – e speravano – che da qui a breve il ‘Miracolle’ potesse tornare a svolgere per davvero il ruolo per cui era originariamente stato concepito negli anni Settanta. Ovvero quello di punto di riferimento e volano dell’economia locale. Logico, quindi, come dal punto di vista strettamente turistico il paventato ‘cambio di destinazione’ possa essere percepito come un ennesimo passo falso. Tanto più che, a livello tecnico, il progetto di acquisto e ristrutturazione dell’immobile all’epoca finanziato dalla Regione riguardava specificatamente il “turismo sociale”.

A riguardo, dalla minoranza del Movimento civico, da dove di recente hanno presentato un’apposita interrogazione atta ad appurare la veridicità delle insistenti ‘voci di corridoio’, la questione è anticipata con tono sferzante, tirando indirettamente in ballo l’amministrazione del sindaco Andrea Antogiovanni: “Sembra che invece di incrementare il turismo, vogliano incrementare i clandestini”.