Fiamme anche a pochi metri da case ed hotel, gente fuggita in strada, le principali arterie di collegamento a lungo bloccate, centinaia di ettari di macchia mediterranea, sterpaglie e sughereta andati inesorabilmente in fumo.
Un vero inferno di fuoco, da martedì pomeriggio e fino a notte inoltrata tra i Comuni di Sperlonga e Itri. Focolai innescati uno dopo l’altro, e che, quasi in maniera scientifica, col loro incedere sono andati a formare un unico, gigantesco cerchio di fuoco, mettendo in serio pericolo l’incolumità di decine di persone, con ripetute scene di panico.
La bellezza di sei, i differenti fronti che ora dopo ora hanno preso ad impegnare la nutrita macchina dei soccorsi, senza un momento di tregua e con l’impossibilità di agire dall’interno visto il rapido calare dell’oscurità.
ROGHI A CATENA – Il primo della serie, contenuto a fatica per via delle folate di vento, si è registrato nel primo pomeriggio a Monte Moneta, nell’area della piana di Sant’Agostino, in territorio di Gaeta. Ma è da intorno alle 20 e nelle ore successive che la situazione è iniziata a degenerare: un vasto incendio sempre sulla Flacca, all’altezza della ‘Grotta di Tiberio’; un terzo ed un quarto, di grosse dimensioni, uno dei quali in località Fontana della Camera, ai confini tra Itri e Sperlonga; un altro, l’unico spento prima che degenerasse, in località Magliana; ancora uno tra Monte Moneta e Casacapraia, in territorio itrano.
MOMENTI DI PASSIONE – Nonostante la sequela di interventi delle squadre antincendio, spinte dal forte vento le fiamme si sono allargate sempre di più, fino a rischiare di diventare incontrollabili. Il poderoso cerchio di fuoco ha lambito da vicino numerose abitazioni, arrivando a minacciare anche un residence ed alcuni hotel, tra cui il ‘Belvedere’, che ad un certo punto si è ritrovato praticamente vuoto, come pure alcune case.
Nei concitati momenti in cui le fiamme sembravano sul punto di raggiungere le abitazioni, arrivando in alcuni casi a meno di dieci metri di distanza, si sono registarte alcune chiamate allarmante: anziani invalidi impossibilitati a deambulare e quasi bloccati in casa, individuati dagli intervenuti e trasportati al sicuro.
Incendi e fumo hanno portato al blocco, all’inizio totale, successivamente parziale, della panoramica Itri-Sperlonga e della Flacca. In tarda serata si è registrato l’intervento degli incaricati della Provincia, giunti lungo le arterie in questione per la rimozione di detriti e residui degli alberi bruciati e caduti.
Case ed attività ricettive sono state messe definitivamente in sicurezza solo in nottata, intorno all’1,30, quando il maxi-rogo è stato circoscritto e dunque messo sotto controllo. A destare una certa preoccupazione, però, lo stato – e gli effettivi danni – della sughereta tra Monte Moneta e Casacapraia.
LA MACCHINA DEI SOCCORSI – Squadre da mezza provincia, per domare la sequela di devastanti roghi. Oltre ai vigili del fuoco della 2A, 3A e 5A, per ore hanno operato, tra gli altri, i volontari della protezione civile dell’Emergenza Radio Itri, dei Falchi di pronto intervento di Fondi, de La Fenice di Gaeta, del Centro operativo Circe, dell’Aego di Castelforte, del Ver di Formia e dei vigili del fuoco in congedo di Lenola.
Sul primo rogo, quello di monte Moneta, si è registrato anche l’intervento di un elicottero regionale, essendo i canadair già impegnati in altri incendi nel Sud Pontino. A dar manforte alla bell’e meglio con mezzi di fortuna, in alcuni punti, anche diversi residenti.
Presenti, per le forze dell’ordine, Forestale e Municipale. Particolarmente gradita dai residenti, a livello istituzionale, la presenza del sindaco pro tempore di Sperlonga, Francesco Faiola, che per rendersi meglio conto della situazione è arrivato ad accompagnare gli operatori durante i sopralluoghi nelle zone a rischio.
L’OMBRA DEI PIROMANI – In molti, tra coloro che erano sul posto, ne sono stati convinti sin da subito, quantomeno per la tempistica dello scoppio dei vari roghi, dalle 20 circa in poi propagatisi in sequenza. Interessando peraltro aree a non molta distanza l’una dall’altra, fino a congiungersi.
Troppe ‘coincidenze’, per sembrare un caso. Come con tutta probabilità non è un caso che un’ampia parte della vasta area bruciata, già percorsa da incendi negli anni passati, seppur di dimensione minore, sia abitualmente utilizzata come pascolo.