Più che di servizio le definiscono di ‘disservizio’, addirittura una sorta di piece teatrale. Sono gli esponenti del M5S di Terracina che ricordano il secondo compleanno della città orfana del suo treno pubblicando sul sito i verbali delle Conferenze di Servizio che si sono svolte in Regione a gennaio, aprile e settembre per cercare di risolvere l’annosa questione della tratta ferroviaria interrotta. Inutile dire che i grillini esprimono parecchie perplessità, soprattutto per quanto riguarda la discussione sulle risorse finanziarie assolutamente necessarie per poter appaltare i lavori. “Da una attenta lettura emerge chiaramente il punto centrale della questione, ovvero che tutto risulta essere bloccato a causa della “ricerca affannosa” delle coperture finanziarie necessarie, per le quali si resta in attesa di quelle “volontà politiche” che tardano ad esprimersi in senso positivo!!!”. Forse proprio l’urgenza di reperire quei fondi, dicono i grillini, avrebbe indotto ad avanzare l’ipotesi, pare “suggerita dal dott. De Filippis, ex Direttore della Direzione regionale Infrastrutture, Ambiente e Politiche abitative della regione Lazio, finito agli arresti domiciliari nel caso Cerroni (Malagrotta), di uno spacchettamento dei lavori, in modo da aggirare gli obblighi di legge previsti per la gara d’appalto europea”.
Nel verbale del 14 aprile si legge: “Relativamente all’attuazione del progetto per fasi, il Sindaco ricorda che nel corso della riunione del 10 dicembre era stato ipotizzato che anche la copertura finanziaria avrebbe potuto essere reperita per fasi, ricordando l’ipotesi fatta dall’allora Direttore De Filippis, di suddividere in finanziamento in 3 milioni, 3 milioni e 4 milioni, in modo che fosse più facile trovare le risorse”. “Il Sindaco di Terracina- continuano i grillini- sempre vigile e presente, è affascinato da questa prospettiva. Quale modo migliore per “assicurare” un po’ di serenità ai suoi concittadini? Qualcuno gli fa notare, per fortuna, che si rischia di aprire un cantiere senza la certezza che i lavori siano mai conclusi”. Si tratta del geologo Bicocchi, dell’Area Difesa del suolo e mitigazione del rischio idrogeologico. In diversi passaggi dei verbali Rete Ferroviaria italiana evidenzia come “la riapertura in sicurezza della linea è possibile solo a realizzazione avvenuta dell’80% dei valli paramassi (praticamente delle piccole collinette che bloccherebbero eventuali frane).
Le analisi di rischio, infatti, ritengono insufficiente rimuovere l’ammasso roccioso della frana e realizzarvi un vallo e sostengono la pericolosità di ben 800 metri del chilometro in oggetto”. Alla luce di ciò gli esponenti locali del M5S esprimono sconcerto “quando il nostro sindaco comunica di voler verificare la disponibilità dell’ente comunale ad accollarsi gli oneri della manutenzione dell’opera. Ricordando quel dissesto che lui non avrebbe mai dichiarato, ci si potrebbero porre degli interrogativi: con quali soldi? Con quale personale? Con quali competenze? Non è che poi si farà una delle “solite gare” comunali per la manutenzione?”.
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