
Nonostante la condanna della Corte dei conti ammonti a poco meno di centomila euro, l’ex sindaco di Ponza, Antonio Balzano, sembra fare orecchie da mercante e ha indotto la giunta dell’isola a procedere, solo qualche giorno fa, con la redazione di una delibera, la numero 132 con la quale investe un legale – l’avvocato Mattia Aprea – del caso, così da poter recuperare la somma dovuta da Balzano alle casse comunali.
Ma la storia per la quale si è arrivati ad un “debito” così cospicuo da parte dell’ex cittadino di Ponza – debito che ammonta a ben 82mila 211,36 euro – ha origini antiche ed è legata a doppio filo sia con il suo ruolo di sindaco sia con quello di amministratore unico della Segepo srl, società partecipata del Comune e affidataria del servizio di smaltimento dei rifiuti.
Dopo una prima sentenza del 2009, alla quale Balzano ha presentato appello, a maggio scorso è arrivata la condanna definitiva della III sezione della Corte dei conti per il danno erariale contestato. Un provvedimento sulla base del quale nell’agosto scorso il responsabile comunale del procedimento ha invitato nel termine di 10 giorni il debitore ad ottemperare. E invece trascorsi i giorni, anzi ormai oltre un mese, ancora niente.
Secondo la magistratura contabile attorno alla Segepo sarebbero stati commesse varie violazioni, tra le quali pagamenti per importi maggiorati rispetto al dovuto e anche compensi per servizi mai prestati. Il rapporto tra la società a responsabilità limitata e il Comune di Ponza era regolamentato da un contratto di affidamento di servizi pubblici. Un accordo che doveva durare 3 anni a partire dal 2000. E la Corte dei Conti avrebbe svolto accertamenti circoscritti a quel lasso temporale. Indagini che avrebbe evidenziato come in proprio in quel periodo si sarebbero consumati gli illeciti che ruotavano intorno allo smaltimento rifiuti, impianto fognario e di depurazione, acquedotto, pubblica illuminazione.