La variante speciale di Molella è ferma dalla fine degli anni ’90, nel frattempo su tutto il territorio comunale spuntano palazzi come funghi. Ma della

cubatura ferma nel limbo della burocrazia si è tenuto conto? Considerando quanto previsto nella variante come è stato possibile concedere tutte queste licenze? Per non rischiare che la cubatura “si esaurisca”, il comitato Molella- Mezzomonte – Palazzo attraverso il presidente Antonio Savioli e il portavoce Enzo Cestra ha chiesto al sindaco il blocco di tutte le concessioni edilizie fino a quando non sarà fatta chiarezza sulle reali motivazioni del blocco della variante, una situazione che riguarda centinaia di famiglie. Il caso ha assunto un peso tutto suo da quando sono uscite due sentenze, una del Tar ed una del Consiglio di Stato che dopo più di 50 anni di contenziosi, danno ragione ai privati circa la realizzazione di complessi edilizi in zona Caterattino.
Comunque il comitato ha inoltrato un documento con esplicite richieste tra cui per l’appunto il blocco delle licenze. In indirizzo ci sono: il presidente della Regione Nicola Zingaretti, l’assessore all’urbanistica della Regione Michele Civita, il direttore generale dell’urbanistica Manuela Moretti, il procuratore capo di Latina Andrea De Gasperis, il prefetto di Latina, Antonio D’Acunto, il presidente del Parco Gaetano Benedetto, il sindaco di Sabaudia Maurizio Lucci, l’assessore all’urbanistica Vincenzo Borrelli, il responsabile del settore urbanistica Claudio Leone.
“Il Comitato di Frazione Molella – Mezzomonte – Palazzo di Sabaudia – si legge nella lettera – presieduto da Antonio Savioli e dal portavoce Enzo Cestra, che da anni porta avanti le problematiche dell’intero comprensorio di “ Molella Mezzomonte Palazzo – Baia d’Argento – e Darsena Verde ,una delle tante aree periurbane che circondano la parte centrale del Comune di Sabaudia, creata dal piano regolatore del 1934, non più ampliato dal punto di vista urbanistico”. Alla prefazione segue una sentenza del Consiglio di Stato non riguardante Molella ma la lottizzazione Colline del lago che assume importanza però anche per quanto riguarda la variante, o meglio rispetto ai criteri con cui il territorio è stato “gestito”.

Molella-Mezzomonte-Palazzo Enzo Cestra
“Vi rimettiamo,pertanto – si legge ancora – la sentenza del Consiglio di Stato,depositata in segreteria il 20.02.2014 che oltre a dirimere una controversia giuridica che si trascina da 54 anni rappresenta in modo inequivocabile il comportamento di una classe politica che ha gestito il Comune in maniera ,vergognosa la sua parte urbanistica, contro l’interesse dei suoi cittadini. Il tutto prende le mosse da una lottizzazione del 1961 denominata ‘Colline del Lago‘ che in base alla convenzione con il comune prevedeva la realizzazione delle opere di urbanizzazione primarie a carico del lottizzatore ( rete viaria,fognature e idrica ) e la suddivisione in parti lotti costruibili comprendenti la metà delle strade da frontisti ai fini delle successive manutenzione delle stesse. Il proponente, ormai deceduto,portò a termine la costruzione delle opere di urbanizzazione primaria,completamente, e parzialmente quelle di edificazione,sostenendone in pieno le relative spese. Nel 1974 veniva adottato il P.R.G. Che nel 1977 veniva approvato con la destinazione a ‘verde privato vincolato’ del piano di lottizzazione Colline del Lago.
“Questa modifica veniva impugnata dai privati davanti al TAR del Lazio che con sentenza n. 798/82 accoglieva il ricorso ma il Comune non rispettava costringendo gli eredi ad impugnarla di nuovo ottenendo così altre due sentenze per l’ adempimento la n. 1581/08 e la n. 468/09.Il Comune invece di applicare le sentenze adottava una delibera la n. 44 del 16.7.2010 di variazione del P.R.G. Destinando Le colline del Lago a verde privato di interesse paesaggistico. “ Contro questa delibera n. 44/10 gli eredi ricorsero per eluzione e violazione del giudicato formatosi con la sentenza n. 798/82. Questo quarto ricorso degli eredi Bruno veniva respinto con sentenza n. 1030/11,ma nel contenuto impugnato davanti al Consiglio di Stato in sede di appello. Il Consiglio di Stato nell’accogliere il ricorso ordinava al Comune Sabaudia di dare esecuzione alla sentenza 798 del 1982 entro 90 giorni dalla notifica, e vista la recitiva del non applicare la sentenza nominava il Prefetto di Latina commissario ad acta che provvederà, anche a mezzo di funzionario delegato, in via sostitutiva.
Per quanto su esposto, e a tutela degni interessi dei nostri soci, poiché nel nostro comprensorio il Consiglio Comunale di Sabaudia nel 1999 approvò ‘La Variante Speciale Molella –Mezzomonte – ai sensi della legge 28/1980 con il parere favorevole anche del Parco Nazionale del Circeo e a tutt’oggi ferma nei cassetti della Regione Lazio ci rivolgiamo pertanto alle S.V. Illustrissime chiedendo il blocco del rilascio delle licenze a costruire su tutto il territorio Comunale, fino a quanto non si provvederà alla quantificazione globale del costruito. Si chiede inoltre di voler applicare la legge 19 novembre 1968 n. 1187 che prevede che il P.R.G. “ deve considerare la totalità del territorio Comunale. Al Signor Procuratore della Repubblica presso il Tribunale Penale di Latina si chiede di verificare se ci sono gli estremi di reati di omissione d’atti d’ufficio e o abuso d’ufficio visto che il P.R.G. di Sabaudia adottato 1974 venne approvato definitivamente nel 1977, mentre la Variante Speciale Molella – Mezzomonte adottata nel 1999 ad oggi 2014 non è stato portato a termine l’iter previsto dalla legge, creando numerosissimi danni hai nostri concittadini. Se verrano accertati eventuali reati dalla Procura, la presente è da considerarsi costituzione di parte civile a nome e per conto del su menzionato Comitato di Frazione ,nei confronti degli imputati.
All’amministrazione Comunale ci permettiamo di suggerire s’è il caso di adottare in tal senso un nuovo P.R.G. affidando la redazione del piano regolatore ad un pool di giovani architetti, lanciando in proposito un concorso nazionale, il tutto al fine di tutelare le casse comunali da eventuali richieste di risarcimento a seguito di danni provenienti da contenziosi con il settore urbanistica”.
In ballo ci sono quindi una costituzione di parte civile, nel caso venissero accertate negligenze ma non solo. Certo qualcosa non ha funzionato se una variante approvata in consiglio comunale è ferma dal 1999, la sensazione è quindi che il progetto non si sia arenato in comune quanto piuttosto in Regione. Certo non ci sono stati nemmeno solleciti da parte dell’amministrazione locale per mandare avanti l’iter. Il comitato comunque è pronto a fare molto di più- “Se anche questa volta non verremo ascoltati – commenta Cestra – siamo disposti ad andare a manifestare con i cittadini davanti la Regione”.