Velok, sul modello di quelli installati a Spigno Saturnia o sul lungomare di Scauri e in altre strade pericolose della provincia, su tutta la piana di Sant’Agostino a Gaeta. Oppure semafori o, ancora, qualsiasi cosa che comunque sia in grado di rallentare la velocità degli automobilisti in transito.
E’ la proposta lanciata in un incontro pubblico dagli operatori, balneari e non, della piana, contestualmente alla richiesta di un incontro con le istituzioni, dopo l’ultima tragedia in cui ha trovato la morte un 29enne di Formia, Angelo Capolino, investito domenica notte mentre attraversava le strisce pedonali da una motocicletta guidata da un 23enne anch’egli di Formia, poi risultato, all’esito degli accertamenti della Polizia Stradale, guidare “a velocità non adeguata e in condizioni psico-fisiche risultate non normali”. Soltanto un anno fa, era il 10 agosto, a morire pressapoco dove è avvenuto l’ultimo incidente era stata la 22enne di Parete, Rosa Falco.
Una situazione insostenibile, hanno spiegato Lorella Capobianco e Giuseppe Gallo della coop Sant’Agostino insieme a Cosmo Ciano, imprenditore titolare del ristorante “Uso di Mare” da cui domenica notte usciva insieme ad amici il 29enne di Formia. Se qualche anno fa sulla piana insisteva un autovelox che aveva ridotto di molto gli incidenti, con la sua scomparsa, le situazioni di pericolo sono tornate a essere una costante, soprattutto di notte, facendo sì che gli incidenti si siano moltiplicati. E spesso con esito nefasto.
“Occorre fare qualcosa e subito”, hanno detto gli operatori esprimendo cordoglio per l’ennesima tragedia. La proposta dei rilevatori di velocità, oltre che praticabile, appare la soluzione più sensata per mettere fine alla lunga scia di sangue che quel tratto di Flacca si porta addosso come un incubo.
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