Incidente a Itri nei pressi della Cava San Pellegrino

incidente itriUn incidente stradale, che si è registrato a Itri, alle 14,45 di ieri, venerdi 29, oltre ad aver bloccato il traffico sulla consolare Appia e aver creato rallentamenti per circa un’ora, ha riproposto il drammatico problema della pericolosità rappresentata dall’immissione sulla statale n. 7 del segmento viario che proviene dalla sovrastante cava San Pellegrino e dal quale escono autoarticolati di grande portata che, nell’effettuare la manovra sia in direzione Roma, sia in direzione Napoli, debbono inevitabilmente occupare l’intera carreggiata posta, peraltro, in una curva pericolosa.

Molti a Itri, infatti, ricordano bene i tanti incidenti, tra i quali ce ne fu uno che funestò un nucleo familiare i cui genitori, alla vigilia della festa dell’Immacolata di una ventina di anni fa, persero la vita in quanto la loro Alfa Romeo andò a impattare contro un autoarticolato che si stava immettendo sulla consolare.


Ieri c’è stato il classico incidente in fotocopia. Una Fiat Punto, di colore grigio, proveniente da Formia, si è trovata coinvolta in un sinistro che ha registrato l’impatto tra l’auto e la parte iniziale del “rimorchio” mobile del Tir. Comprensibile, quindi, il disagio al traffico per circa un’ora per consentire agli operatori del 118 di poter estrarre dall’auto il giovane F.D.S. per trasportarlo presso l’ospedale “Dono Svizzero” di Formia dove non gli sono state riscontrare conseguenze gravi per il pur traumatico impatto.

Sul posto anche una pattuglia del Norm della tenenza carabinieri di Gaeta diretta dal tenente Carmine Manzi e una Volante del Commissariato Pubblica Sicurezza di Fondi fatta giungere sul posto dal vicequestore Massimo Mazio responsabile della struttura di Largo Evangelista.

Si è subito formata una lunga fila di automobilisti, dato che il tratto Itri-Formia dell’Appia registra un traffico sempre intenso e senza soluzione di continuità. Tra quanti erano in attesa di poter ripartire, c’era anche padre Antonio Rungi, già provinciale dell’ordine dei Passionisti e attuale teologo-morale presso il Santuario della Madonna della Civita, nonché docente di Filosofia presso un istituto superiore di Mondragone. Da lui abbiamo ricevuto, la nota che riportiamo integralmente e che, in sostanza, riflette le ragioni di quanti hanno sempre caldeggiato la realizzazione di un’arteria che risolva il cinquantennale problema della circolazione tra Terracina e il Garigliano dove esistono due sole ipotesi di viabilità, la vecchia, tortuosa e pericolosa “Appia”, via Itri, e la pur lenta “Flacca”, via Gaeta.

*Padre Antonio Rungi*
*Padre Antonio Rungi*

Senza entrare nel merito della “vexata quaestio” che nel 2005 vide la forte opposizione degli ambientalisti al progetto del cosiddetto Corridoio Tirrenico (da Civitavecchia al Garigliano con una arteria ampia e scorrevole anche per salvare le attività del golfo a Gaeta e del Mof  a Fondi) progetto ipotizzato dal governo regionale guidato da Francesco Storace, riportiamo l’intervento dell’ex Provinciale dei Padri Passionisti, già attento ad altri problemi e che proprio due giorni prima aveva “bacchettato” i piromani dei boschi.

“Soluzioni ce ne sono, temporanee, ma il problema di fondo è quella della realizzazione della Variante che bypassi Itri e prima ancora Formia per arrivare a Fondi e a Terracina con un’arteria più agevole e confacente alle esigenze del traffico di oggi e delle celerità degli spostamenti. Un sogno che molti cullano da anni a Itri e varie città e che potrebbe diventare realtà, nei prossimi anni, anche con la pressione dell’opinione pubblica su quanti devono realizzare con i soldi pubblici tali infrastrutture. Non bastano solo le rotonde (e sull’Appia ce ne vorrebbero tante) ma è necessario una strada nuova, che colleghi il Garigliano a Terracina, a quattro corsie, due a salire e due a scendere”.