Lago di Paola, un problema di onori ed oneri. Il Comune di Sabaudia sembra essere intenzionato a delimitare in modo netto quali sono le responsabilità del pubblico rispetto ad un bene che comunque è di natura privata. Per questo il sindaco, Maurizio Lucci ha chiesto la convocazione di vari soggetti per l’istituzione di un tavolo tecnico in cui vengano affrontate determinate questioni, un’iniziativa che arriva a qualche giorno di distanza dall’intervento del consigliere Piero Giuliani che proprio per il lago aveva sottolineato come le spese dell’impianto di ossigenazione al Caterattino fossero totalmente a carico del comune nonostante lo specchio d’acqua resti privato e con attività economiche all’interno. Al tavolo sono stati invitati: il Ministero dell’ambiente, la Presidenza della Regione Lazio, L’Ente Parco, il Corpo Forestale dello Stato, l’Arpa Lazio, l’Ardis, il Consorzio di Bonifica ed ovviamente la Comunione Eredi Scalfati.
Nella convocazione del sindaco si parte dal presupposto che il lago dovrebbe essere di natura pubblica citando l’articolo 822 del codice civile (Appartengono allo Stato e fanno parte del demanio pubblico il lido del mare, la spiaggia, le rade e i porti; i fiumi, i torrenti, i laghi e le altre acque definite pubbliche dalle leggi in materia), l’art. 144 D. Lgs 152/06 (…tutte le acque superficiali e sotterranee ancorchè non estratte dal sottosuolo appartengono al demanio dello Stato…). Vengono citate però anche sentenze che sulla natura dello specchio d’acqua che danno ragione al privato, un regime definito di “incertezza” dal Comune di Sabaudia che tuttavia, come si legge nella nota “ha profuso negli anni per quanto possibile, il suo impegno anche predisponendo apprestamenti tecnici mirati alla migliore conservazione delle risorse naturali. Apprestamenti peraltro non sempre apprezzati in primis dal soggetto pivato che resterebbe individuato quale proprietario per effetto delle sentenze citate, al punto che, persistendo la situazione, l’Ente potrebbe anche valutare in recedere in futuro da tale impegno, si ricorda volontario e non dovuto”.
Un chiaro riferimento, per dirne una, all’impianto di pompaggio del Caterattino. Il regime di incertezza riguarderebbe però anche altri aspetti secondo l’Ente legati da un lato alla tutela del lago e da un altro alla produttività in termini di attività economiche. “Finiscono comunque per concorrere sul comune di Sabaudia – si legge infatti – istanze diverse e talvolta di segno opposto, mirate per taluni versi ad una rigorosa tutela dell’ambito lacuale, dall’altro alla possibilità di utilizzazione a fini produttivi sia pure in un’ottica di compatibilità ambientale. Non di rado inoltre, il Comune viene anche chiamato in causa attraverso organi di stampa, in modo improprio e scarsamente corrispondente al reale contesto”.
Troppo facile, questo sembra leggersi tra le righe, scaricare la responsabilità di morie e miasmi sul comune. L’Ente vuole vederci chiaro soprattutto in termini di competenze funzionali e gestionali il che vuol dire anche per quanto riguarda le spese sostenute e da sostenere. Il tavolo tecnico è stato comunque convocato per il 2 settembre. Che una nuova battaglia per il lago si sia appena aperta? L’unica cosa certa è che il comune non sembra essere intenzionato a spendere un euro in più fino a quando l’intera situazione non sarà ben definita.