La collegiata di Santa Maria era colma, come pure le scalinate e lo scorcio di Corso Appio Claudio tutt’intorno. Ampiamente prevedibile. Una folla, lunedì pomeriggio, a tributare omaggio a Giacomo Recchia, il 27enne di Fondi venuto a mancare sabato per i postumi di un incidente. Una presenza compatta e silenziosa di gente resa attonita dal dolore, a testimonianza di quanto anche quest’ennesima tragedia della strada abbia segnato l’intera comunità, e di quanto quella stessa comunità abbia amato ‘Giacomino’.
All’uscita dall’edificio mariano, tra lunghi applausi, sono stati gli amici a portarne in spalla il feretro, col mesto corteo funebre che si è poi avviato presso il cimitero comunale. Sembra una fine, ma non lo è. Quello fra il giovane e gli altri è stato solo un congedo momentaneo. Questo, uno dei concetti espressi durante la propria omelia da don Francesco Fiorillo, parroco da tempo spiritualmente e umanamente molto vicino alla famiglia Recchia, e dagli stessi amici del 27enne, che con una struggente lettera, citando Vasco Rossi, gli hanno dato appuntamento “al Roxy Bar”.
Nel frattempo, mentre la città si stringe attorno ai suoi cari, Giacomino – è certo – resterà indelebile nei gesti, nelle parole, nei ricordi di quanti lo hanno conosciuto ed apprezzato. Oltre che nei pensieri di chi, pur non avendolo mai visto, gli deve la vita: tre, le persone salvate grazie ai suoi organi dopo il coraggioso, encomiabile via libera della famiglia all’espianto.
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