La Dda sequestra dieci pozzi di falda acquifera a Casal di Principe, sono stati avvelenati dal clan dei casalesi

carabinieri-16Nell’ambito di un’articolata indagine coordinata dai magistrati della Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia, i carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Casal di Principe, unitamente ai carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Caserta, hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo di dieci pozzi di falda acquifera ubicati nel comune di Casal di Principe, di proprietà di privati cittadini, emesso dal Gip presso il Tribunale di Napoli.

L’indagine ha consentito di:


– riscontrare le dichiarazioni di due collaboratori di giustizia sullo sversamento dei rifiuti speciali e pericolosi, attività posta in essere dalle locali orgnizzazioni camorristiche – fazine Schiavone negli anni ’80 e ’90;

– individuare un sito di sversamento di rifiuti mediante attività di scavo e carotaggi eseguiti nel settembre del 2013 e ne febbraio 2014 in Casal di Principe, via Circumvallazione altezza intersezione via Isonzo;

– accertare, attraverso analisi effettuate sulle particelle di terreno del sito, la presenza di stagno, berillo e idrocarburi pesanti oltre la soglia di contaminazinoe e la presenza di amianto, rifiuto speciale pericoloso per natura, e di altre sostanze chimiche i cui valori di concentrazione sono tuttavia inferiori al limite di legge, tali da essere classificati come rifiuti speciali allo stato non pericolosi;

– accertare, attraverso l’analisi delle acque sotterranee prelevate dai pozzi oggetto di sequestro, la contaminazione della falda come conseguenza della realizzazione degli interramenti illeciti poiché sono riultati superiori alla CSC (concentrazione soglia contaminazione) i parametri manganese e solfati oltreché triclometano, tetracloetilene, sommatoria organo alogenati, tribromometano, dibromoclorometano, 1,2- dicloropropano, zinco, piombo, nitriti e nitrati.

I pozzi sequestrati sono stati affidati ai proprietari dei terreni sui quali insistono nominati all’uopo custodi giudiziari, con relativi obblighi di legge.

Lo stesso decreto di sequestro è stato notificato a quattro soggetti indagati, affiliati al clan dei casalesi – fazione Schiavone, ritenuti responsabili, a vario titolo, del reato di adulterazione di acque con l’aggravante del metodo mafioso.