Aumenti Acqualatina, Consumatori: “Tutti contro gli utenti”

codacons latinaLe Associazioni dei consumatori che aderiscono alla Consulta Provinciale dei Consumatori  e all’OTUC esprimono tutto il loro disappunto e lo stupore per le ultime decisioni prese dai Sindaci della provincia di Latina e in particolare per quanto saranno costretti a pagare i cittadini di Latina, ma anche degli altri comuni serviti da Acqualatina, per le scelte politiche dei loro amministratori, nonché per quelli che, a seguito delle deliberazioni dei propri Consigli comunali, a questi esborsi dovranno aggiungere altri esosi pagamenti dovuti all’applicazione della TASI.

Ancora una volta registriamo amarezza e delusione in quanto nell’ultima Conferenza dei Sindaci  dell’ATO4 abbiamo assistito  solo a querelle di natura politica senza una concreta proposta a tutela delle fasce deboli. Sicuramente l’Autorità Garante non tutela i poteri deboli, ma la politica non riesce ad assumersi la responsabilità di attuare un piano tariffario che favorisca gli utenti in questa fase di crisi economica e di perdita di migliaia di posti di lavoro nella nostra Provincia.


Nei prossimi mesi infatti, da settembre alla fine dell’anno, gli abitanti di tutti i comuni della provincia, quelli di Latina in particolare, subiranno un vero e proprio salasso.

Su di loro, infatti stanno per abbattersi una serie di aumenti tariffari, come pochi se ne ricordano nella storia.
All’aumento della tariffa dell’acqua, che sarà pari a poco meno del 20%, si dovrà aggiungere un’altra gabella  che sarà molto probabilmente approvata dalla Conferenza dei Sindaci nel prossimo mese di settembre, cioè il pagamento del deposito cauzionale. Ciliegina finale sulla torta: la vera e propria scure rappresentata dalla TASI.

L’aumento della tariffa dell’acqua è stato votato tra mille polemiche solo da 11 sindaci su 35 comuni del territorio servito da Acqualatina. Inoltre ci sono voci di illegittimità in quanto la votazione non avrebbe raccolto la maggioranza assoluta dei 23 intervenuti, 10 dei quali sono usciti dall’aula al momento della votazione mentre due si sono astenuti.

Per ciò che riguarda il deposito cauzionale, Acqualatina, senza neppure verificare chi tra gli abitanti del territorio avesse pagato a suo tempo ai precedenti gestori e chi no, ha messo in riscossione la prima rata di quello che a breve potrebbe rivelarsi anch’esso un enorme introito per le casse del gestore idrico, e ciò grazie ad una discutibilissima Deliberazione dell’Autorità Garante, la n. 86/2013/IDR.

Viene da chiedersi: garante di chi,  non certo dei gabellati cittadini/utenti.

Infine,  per quanto concerne la TASI, il comune di Latina, con l’approvazione del bilancio, sta approvando anche questa ulteriore tassa multifunzione, senza considerare né il momento storico né la reale incidenza che essa avrà sui suoi cittadini. Naturalmente le aliquote saranno ai massimi possibili. La TASI, al momento in fase di approvazione, costituirà difatti un’autentica mazzata per le già esangui tasche dei latinensi, non prevedendo, oltretutto, quasi nessuna agevolazione per le categorie più svantaggiate.

Il sindaco di Latina, peraltro, ha avuto un ruolo determinante nell’approvazione dell’aumento della tariffa idrica, in quanto, con il voto ponderale, cioè con il peso della popolazione che lui rappresenta, ha consentito che la proposta di aumento passasse, anche se tra i molti dubbi dei sindaci che, allontanandosi, non se la sono sentita di avallare la richiesta di Acqualtina.

Il sindaco di Latina  quindi, era ben consapevole della vera e propria triplice scure che si sarebbe abbattuta sui suoi concittadini con tutti gli aumenti che lui stesso approvava o che concorreva ad approvare. Neanche le modifiche al Regolamento proposte dall’OTUC, discusse in due mesi di riunioni congiunte tra OTUC, STO e Acqualatina  e tutte tese a favorire gli utenti, sono state accettate. Ci chiediamo se qualche sindaco le aveva almeno lette.

A oggi le Associazioni aderenti alla Consulta Provinciale dei Consumatori e all’OTUC  stimano l’esborso da settembre alla fine dell’anno, per una famiglia media, all’incirca di 800-900 euro, tra aumenti, mancate detrazioni  e agevolazioni varie abolite.

La parte peggiore la ricopre il comune capoluogo di provincia, ai cui abitanti il peso economico complessivo sarà superiore, si stima, a oltre 1.000 euro.

Queste Associazioni, in considerazione del momento di difficoltà economiche che tutta l’Italia, ma in particolare la provincia di Latina e il suo capoluogo, stanno soffrendo da ben sei anni, confidavano nella capacità degli amministratori locali di fare uno sforzo di fantasia per trovare fonti di entrata al di fuori di quelle sin troppo facili rappresentate dalle tasche dei propri cittadini e imprenditori. Ci si aspettava uno sforzo in direzione della diminuzione delle spese, anche in osservanza a quello che dovrebbe essere il principio ormai accettato della spending review, anche se questo principio viene per lo più solo proclamato e applicato molto raramente finora.

La Consulta Provinciale degli Utenti e Consumatori e l’OTUC pertanto, auspicano che gli amministratori locali provinciali, quelli di tutti i comuni e, in primis, quelli del comune di Latina, rendendosi conto della situazione e delle nefaste conseguenze delle loro scelte, sappiano trovare con immediatezza soluzioni economiche intermedie, che evitino il preannunciato salasso su cittadini i cui portafogli sono ormai da tempo vuoti ed i cui conti in banca sono stati svuotati per poter sopravvivere alla crisi.