
Ci sono delle cose che si sanno ma che per motivi ancora da capire non vengono risolte. Procedure lacunose, documenti che non arrivano di questo e di altro si parla quando l’argomento sono le falde acquifere che passano dentro e fuori la discarica di Borgo Montello. Ma la posta in gioco è troppo alta, si tratta della salute delle persone per cui i passaggi nebulosi – e fino ad oggi forse ce ne sono stati troppi – non possono essere ammessi. Per questo Giorgio Libralato Consulente Tecnico di Parte dei Cittadini di Borgo Montello, costituitosi parte civile nella causa di inquinamento delle falde dentro e fuori la discarica di Borgo Montello ha scritto all’Azienda Usl di Latina, all’ArpaLazio sezione di Latina, all’Ufficio Ambiente del Comune di Latina, alla Regione Lazio presentando una richiesta di accesso agli atti partendo proprio dalle analisi dell’Arpa o meglio dai campionamenti e modalità di campionamenti e analisi delle falde all’interno e all’esterno della discarica di Latina Borgo Montello.
“Il sottoscritto, Giorgio Libralato, in qualità di Consulente Tecnico di Parte dei Cittadini di Borgo Montello, costituitosi parte civile nella causa di inquinamento delle falde dentro e fuori la discarica di Borgo Montello, chiede l’accesso agli atti dei seguenti documenti:
campionamenti e analisi effettuati dall’ArpaLazio nel periodo marzo 2012 – agosto 2014 considerato che gli ultimi dati disponibili sono riferiti al marzo 2012;
i dati sul progetto di bonifica delle falde esterne al sito gestito dalla società Ecoambiente, considerato che le analisi dell’ArpaLazio del marzo 2012 rilevano un forte inquinamento anche all’esterno del sito gestito dalla società Ecoambiente; lo stato dei lavori e delle verifiche in corso in merito al progetto di bonifica delle falde all’interno del sito gestito dalla società Ecoambiente che, stando alle notizie riportate dagli organi di informazione, avrebbe avuto inizio con un ritardo di circa 2 mesi rispetto alle prescrizioni.
Considerate le osservazioni contenute nella relazione del CTU dell’8 febbraio 2014 sulle procedure di bonifica dallo stesso CTU ritenute insufficienti che vengono definite ‘di mantenimento’ anziché di bonifica vera e

Giorgio Libralato*
propria, si chiede di sapere quali siano le modifiche alle attività di bonifica che sono state concordate per migliorare il progetto ed attuare la bonifica delle falde, tra gli obblighi per l’esercizio delle discarica.
Viste le altre osservazioni contenute nella relazione del CTU dell’8 febbraio 2014 sulle procedure di campionamento dallo stesso CTU ritenute difformi dalle norme di buona tecnica e in contrasto con le modalità costruttive riportate nel Piano di monitoraggio idrogeologico finalizzato al collaudo ambientale delle operedi messa in sicurezza realizzate e alla valutazione dell’impatto dell’opera sul sito in esame’ redatto da ARPA Lazio il 22/11/2004.
Detto piano prevedeva sia per i piezometri esistenti che per i piezometri nuovi (punto 3 e punto 4 rispettivamente) che gli stessi dovessero presentare una finestratura lungo tutta la zona satura (ove è presente costantemente acqua sotterranea) e nella zona insatura interessata dalla fluttuazione della falda.
Detta prescrizione non appare essere stata osservata. Si chiede di sapere quando e come saranno attuate queste prescrizioni, il motivo per il quale non state rispettate, considerato l’elevato grado di inquinamento dalle falde costantemente rilevato e denunciato dalla stessa Arpa Lazio per nella limitata capacità di campionamento e controllo. Si chiede inoltre di conoscere pericoli, limitazioni, precauzioni che i cittadini, le aziende devono osservare per l’uso (ammesso che sia consentito) delle acque di falda per irrigare, per uso igienico e sanitari ed alimentare”.