La razionalizzazione degli uffici e la mancanza di personale. Due punti critici che, uniti allo smaltimento ferie di cui tutto il personale deve poter godere nel periodo estivo, stanno mettendo in ginocchio le normali attività di Poste Italiane.
“Una razionalizzazione così ampia degli uffici non l’abbiamo mai avuta – ah sostenuto questa mattina un rappresentante Cgil durante un incontro svoltosi presso l’ufficio centrale di Formia -. La più brutta estate degli ultimi anni, drammatica per chi lavora in Poste e per tutti i clienti costretti a file interminabili che solo qualche giorno fa, a Terracina, hanno visto anche l’intervento dei carabinieri ma la situazione non è diversa a Latina o nel sud della provincia”.
AGGIORNAMENTO 7 agosto 2014 – COMUNICATO SLP CISL Latina
Disagi per la consegna della posta: il peggio deve ancora arrivare. Scelte aziendali a dir poco discutibili acuiranno il disservizio in tutta la provincia di Latina. La corrispondenza a singhiozzo è purtroppo una costante degli ultimi tempi, da quando l’Azienda ha deciso di accorpare 38 zone in provincia, riducendole da 301 a 263. I cittadini sono indignati per l’arrivo di bollette scadute, con il rischio concreto di vedersi staccare la fornitura di acqua, gas e corrente. La protesta si fa sempre più decisa e mirata.
“Sono arrivati degli esposti in Procura – afferma Luciano Notarianni, segretario generale SLP CISL Latina – I cittadini hanno ragione: ci sono interi quartieri con la posta a terra”.
Cosa sta facendo Poste Italiane per risolvere il problema? Le contromisure adottate sembrano andare nella direzione opposta . In questo periodo, complici le ferie estive, interi quartieri non ricevono la posta. Formia, Fondi, Gaeta, Aprilia, Latina e l’intera provincia sono in difficoltà. La protesta monta in ogni quartiere: gli articoli comparsi sulla stampa locale dettati direttamente dai cittadini ne sono una testimonianza eloquente.
“Nel novembre del 2013, Poste ha dichiarato una carenza di personale di 20 unità. In un anno non è cambiato nulla”, prosegue Notarianni.
Eppure di postini pronti a tornare a Latina e provincia ce ne sarebbero a iosa: “Ci sono decine e decine di domande di mobilità nazionale e regionale di colleghi che da anni chiedono di rientrare in provincia, ma a quanto pare l’Azienda rallenta gli spostamenti”.
Con grande “lungimiranza” Poste ha deciso di accorpare Cori all’ufficio di Cisterna proprio nel periodo estivo, con tutte le conseguenze che ne deriveranno. Quello che sorprende ancora di più è la scelta dell’Azienda di “abbandonare” il servizio universale, ovvero quello principale. In questo senso va letta la decisione di dare priorità al recapito delle cartelle esattoriali di Equitalia. Poste in barba alle difficoltà ha stipulato un accordo con Equitalia. Istituita la figura del messo notificatore è stato stabilito che 5 messi avrebbero dovuto svolgere servizio a Latina, 2 a Formia, 2 a Terracina, 2 a Fondi, 2 ad Aprilia 1 a Sabaudia e 1 a Cisterna. La zona dei Lepini è rimasta scoperta. Questo solo sulla carta perché poi effettivamente a Fondi di messi notificatori non si è vista nemmeno l’ombra e anche a Latina c’è carenza. Il rimedio? Il solito: spostare saltuariamente i colleghi che dovrebbero operare in altre sedi. E quindi ancora disagi.
La situazione è diventata insostenibile anche in questo campo.
“Lunedì 4 agosto abbiamo chiesto un incontro urgente relativo proprio all’organizzazione del lavoro dei portalettere messi notificatori, con particolare riguardo agli spostamenti in altri centri diversi da quello di applicazione. Non abbiamo ricevuto ancor alcuna risposta”, puntualizza il Segretario. In queste ultime ore l’Azienda (l’input è arrivato direttamente da Roma) per tener fronte agli impegni e all’accordo, probabilmente vantaggioso con Equitalia, ha istituito il “Messo day”. In cosa consiste? Tutti i postini devono abbandonare la posta ordinaria, raccomandate, assicurate e altro per dedicarsi alle cartelle esattoriali. È la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Migliaia di pezzi, anche quelli oggetti a firma sono rimasti a terra. La situazione è precipitata e diventerà più insostenibile nei prossimi giorni.
“Arrivati a questo l’Azienda dovrebbe affermare che non svolge il servizio di recapito universale”.
Naturalmente non lo farà mai perché si tratterebbe di un’interruzione di pubblico servizio.
“Credo che il discorso sia ancora più grave: si vuole abbandonare il servizio universale. I passi compiuti nelle ultime ore li leggo come una risposta alla decisone dell’AGCOM, che nei giorni scorsi ha dimezzato il compenso per i costi del servizio universale di recapito su tutto il territorio nazionale. Da 1413 milioni di euro certificati da Poste come onere per la fornitura del servizio, l’Autorità ha riconosciuto meno della metà, 700 milioni appunto. Se Poste vuole abbandonare il servizio lo dica chiaramente e lo faccia senza mettere in difficoltà dipendenti e cittadini, ormai esausti”, conclude Luciano Notarianni, segretario generale SLP CISL Latina. La riposta l’attendono i lavoratori, i sindacati e tutti i residenti della provincia.