Il Tribunale respinge la sorveglianza speciale per un 25enne di Monte San Biagio. L’avvocato: “Lavoratore incensurato, non un criminale”

*Tribunale di Latina*
*Il Tribunale di Latina*

Nullafacente, pregiudicato e pericoloso, oppure onesto lavoratore dalla fedina penale a tutt’oggi immacolata? Due profili diametralmente opposti per una sola persona, il 25enne Mustapha Lehdili, marocchino da anni residente a Monte San Biagio. Il quale, per i giudici del Tribunale penale di Latina, sezione misure di prevenzione, corrisponde in tutto e per tutto al secondo dei ritratti tracciati.

Nella giornata di martedì il Collegio presieduto dalla dottoressa Lucia Aielli ha infatti accolto integralmente i rilievi difensivi dell’avvocato del giovane, Guglielmo Raso, e rigettato la richiesta di applicazione nei suoi confronti della sorveglianza speciale per tre anni, con obbligo di dimora, avanzata dal Nor della Compagnia di Terracina.


Secondo i carabinieri, ha spiegato l’avvocato Raso, il giovane doveva ritenersi soggetto pericoloso, in quanto abitualmente dedito al crimine e più volte arrestato per gravi ipotesi di reato concernenti traffico di sostanze stupefacenti e reati contro il patrimonio realizzati con l’uso della violenza. Ed è proprio da queste attività illecite, secondo gli inquirenti, che il giovane traeva sostentamento, non avendo tra l’altro mai presentato dichiarazione dei redditi e conducendo un tenore di vita ritenuto elevato, con annesse costanti frequentazioni con soggetti pregiudicati.

*Guglielmo Raso*
*Guglielmo Raso*

E invece no. Niente di tutto ciò, stando all’istanza inoltrata dal difensore del 25enne e poi pienamente accolta dai giudici. “E’ stato infatti dimostrato che il Lehdili è attualmente un soggetto incensurato, a cui carico si registrano solo due blandi procedimenti ancora in corso di definizione”, ha dichiarato l’avvocato Raso. “Ma soprattutto, contrariamente a quanto affermato dai carabinieri della Compagnia, è stato provato che costui svolge regolare attività lavorativa addirittura sin dal 2006, che ha sempre presentato la dichiarazione dei redditi e che non intrattiene alcuna frequentazione con soggetti pregiudicati”. Insomma, carte alla mano la richiesta da parte dell’Arma, ha sottolineato il legale di Ledhdili, è risultata incentrata su basi infondate.

Tanto che nemmeno il pur favorevole esito dell’istanza difensiva è riuscito a soddisfare pienamente l’avvocato Raso, per il quale “la richiesta di sottoposizione alla sorveglianza speciale non avrebbe mai dovuto essere avanzata. Appare infatti iniquo e dannoso qualificare come un criminale socialmente pericoloso – solo sulla base di evanescenti elementi di sospetto – un giovane lavoratore incensurato, costringendolo a sopportare costi materiali e morali di un procedimento di prevenzione privo di qualsiasi ragion d’essere”.