
AGGIORNAMENTO – Dopo tre dinieghi ad altrettante richieste di accesso da parte di alcune associazioni ambientaliste e comitati civici, questa mattina una forzatura l’hanno compiuta due parlamentari del Movimento Cinque Stelle, Silvia Benitti e Cristian Iannuzzi (erano attesi anche gli onorevoli Mirko Busti e Stefano Vignaroli) che hanno effettuato un blitz all’interno del porto commerciale di Gaeta per denunciare il persistente ed irrisolto fenomeno della presenza delle polveri sottili.

Davanti ai cancelli del “Salvo d’Acquisto”, considerato dagli organizzatori il sito più blindato e discusso di Gaeta e dell’intero sud-pontino, c’erano anche i rappresentanti del Comitato contro le polveri sottili, dell’Assemblea Popolare del Golfo di Gaeta e del meet up del movimento cinque stelle di Formia, Minturno, Gaeta, Spigno Saturnia e di Sessa Aurunca che, affiancati dai cronisti, fotografi e cameraman, hanno incontrato inizialmente qualche difficoltà, soprattutto da parte della delegazione di Gaeta dell’Autorità Portuale del Lazio, a svolgersi questo sopralluogo ispettivo per acquisire informazioni sul sito di carico e scarico merci di Gaeta all’indomani della presentazione dell’interrogazione parlamentare del deputato Alessandro Di Battista di due mesi fa che, ancora in attesa di ricevere risposta da parte dei ministeri coinvolti, vuole centrare un obiettivo: capire cosa accade nel porto di Gaeta, in particolar modo del rispetto delle normative vigenti in materia di movimentazione del pet-coke.
La cronaca. Dopo varie discussioni con la security davanti ai cancelli, sono stati fatti entrare anche i fotografi e cameraman al seguito delle delegazione, che hanno documentato lo stato dei luoghi. A prescindere dalle risultanze del sopralluogo resta la vittoria per essere riusciti a entrare nel sito da parte dei componenti dell’Assemblea Popolare del Golfo di Gaeta che avevano protocollato tre richieste per avere l’accesso al sito. Alle prime due non era stata data risposta mentre alla terza è iniziato un “tutto italiano” scaricabarile di responsabilità tra Autorità Portuale del Lazio, la Dogana, la società Intergroup e Guardia di Finanzia per chi dovesse rilasciare l’autorizzazione per il sopralluogo.
Alla fine l’accesso è stato possibile solamente grazie ai parlamentari del M5S, perché questi hanno diritto di accesso, anche senza preavviso, a tutti i luoghi del demanio, anche se in concessione.

Secondo gli organizzatori dell’ispezione odierna, dopo le dichiarazioni dell’ex boss dei Casalesi Carmine Schiavone e l’apertura delle indagini, a distanza di 20 anni, sull’omicidio a Mogadiscio dell’inviata del Tg3 Ilaria Alpi e dell’operatore televisivo Miran Hovratin, il porto di Gaeta dovrebbe essere trasparente come il cristallo. E’ stato proprio il collega de “Il Fatto Quotidiano” Andrea Palladino domenica scorsa in piazza della Vittoria a Formia a raccontare di quanto sia stato “cruciale” il porto di Gaeta per alcuni traffici oscuri della criminalità. Non ultimo il forte interesse nel 2009 dell’attuale capo di Cosa Nostra, il superlatitante Mattia Messina Denaro, per il settore del trasporto delle pale eoliche.
E purtroppo non si riesce a sapere chi entra e chi esce da quello che viene definito un altro italiano porto delle nebbie, quello di Gaeta. Almeno sino a prova contraria.
RICHIESTA DI PRECISAZIONE -ore 12.20 14 luglio 2014 – Intergroup precisa che in quanto società privata che opera anche nel porto di Gaeta non ha alcun titolo per rilasciare autorizzazioni a visitare il porto.
AGGIORNAMENTO – COMUNICATO STAMPA Gruppo comunicazione del Movimento 5 Stelle– ore 17 12 luglio 2014- Siamo entrati nel porto commerciale di Gaeta. Una vittoria dei cittadini.
Si è tenuto questa mattina un sopralluogo ispettivo di una delegazione di parlamentari del Movimento 5 Stelle al Porto Commerciale di Gaeta. I deputati Silvia Benitti e Cristian Iannuzzi (attesi anche Mirko Busto e Stefano Vignaroli) si sono presentati questa mattina alle 10,30 davanti i cancelli dell’Autorità Portuale di Gaeta per visionare il sito più “blindato” e discusso del Golfo di Gaeta. Questa visita ispettiva è il secondo step dell’impegno dei parlamentari del M5S per acquisire informazioni sul sito di carico e scarico merci di Gaeta. Un’ispezione che segue l’interrogazione parlamentare del deputato Alessandro Di Battista di due mesi fa, in attesa di risposta da parte dei ministeri coinvolti, che serve proprio a capire cosa accade nel Porto di Gaeta, in particolar modo del rispetto delle normative vigenti in materia di movimentazione del pet-coke.
Insieme ai parlamentari sono entrate le delegazioni dei meetup del M5S di Formia, Gaeta, Minturno, Spigno e Sessa Aurunca, nonché le delegazioni del Comitato delle polveri sottili e dell’Assemblea Popolare del Golfo di Gaeta. Dopo varie discussioni con la security davanti ai cancelli, sono stati fatti entrare anche i fotografi e cameraman al seguito delle delegazione, che hanno documentato lo stato dei luoghi.
A prescindere dalle risultanze del sopralluogo, di cui daremo conto in seguito, resta la vittoria per essere riusciti a entrare nel sito. In passato i componenti dell’Assemblea Popolare del Golfo di Gaeta hanno protocollato tre richieste per avere l’accesso al sito. Alle prime due non è stata data risposta mentre alla terza è iniziato un “tutto italiano” scaricabarile di responsabilità tra Autorità Portuale, Dogana, Intergroup e Guardia di Finanzia per chi dovesse rilasciare l’autorizzazione per il sopralluogo. Alla fine l’accesso è stato possibile solamente grazie ai parlamentari del M5S, perché i parlamentari hanno diritto di accesso, anche senza preavviso, a tutti i luoghi del demanio, anche se in concessione.
Eppure dopo le dichiarazioni di Carmine Schiavone e la questione di Ilaria Alpi, il porto di Gaeta dovrebbe essere trasparente come il cristallo. E’ stato proprio il noto giornalista de “il Fatto Quotidiano” Andrea Palladino domenica scorsa in piazza della Vittoria a Formia a raccontare di quanto sia stato “cruciale” il porto di Gaeta per alcuni traffici oscuri della criminalità. Non ultimo il forte interesse dal 2009 al 2011 di Mattia Messina Denaro per il settore del trasporto delle pale eoliche. A tutt’oggi ancora non è dato sapere chi fossero gli autisti dei camion in entrata e uscita dal porto di Gaeta.
Il responsabile dell’Autorità Portuale di Gaeta, dott. Spinosa, che ha accompagnato le delegazioni durante il sopralluogo, non ha voluto dare informazioni sulla famosa montagna di rifiuti ferrosi che da due anni fa bella mostra nel porto, ed è stato reticente su altri interrogativi posti dai parlamentari. Ha rassicurato tutti, però, e questa è una buona notizia, sulla storia del pontile petroli. La realizzazione del prolungamento del pontile non ci sarà. Lui dice che effettivamente si trattava di un refuso di progettazione del water front, ma noi pensiamo che le manifestazioni di protesta degli scorsi mesi abbiano inciso non poco sul “ripensamento” da parte dell’Autorità Portuale” circa l’ostinazione con il quale si voleva realizzare il pontile stesso.
Prima di uscire dal sito la delegazione parlamentare del M5S ha voluto visionare una serie di atti amministrativi e progettuali ritenuti interessanti. Dopo la visione degli atti il dott. Spinosa avrebbe garantito che entro martedì saranno consegnate tutte le copie dei documenti richiesti.
Al termine dell’incontro il dott. Spinosa avrebbe garantito che in futuro non ci saranno più problemi per l’accesso al sito. Noi non gli crediamo: se non ci fossero stati i parlamentari oggi non saremmo mai entrati nel sito.