Interessante scoperta a Itri che, se confermata dai competenti uffici archeologici e geologici, potrebbe rivelarsi utilissima per datare la presenza sul posto di animali preistorici. Tutto è nato da uno studio condotto dal ricercatore locale Paolo Manzi il quale ha scoperto impronte di quel tipo di animali su una pietra delle mura e altre impronte su una colonna del porticato della chiesa di San Michele Arcangelo nella Itri alta.
Su una pietra calcarea, della grandezza di cm. 30 per cm 80, si intravedono due impronte, una (cm 11 X 14) di una zampa di un animale della famiglia dei felini, l’altra (cm 13 X 15) di un animale della famiglia degli orsi. Al momento in cui vennero fissate le impronte, il terreno doveva essere sabbioso e fangoso.
Le circostanze climatiche durante 15-20 milioni di anni (a tanto pare dovrebbero risalire le orme) hanno fatto diventare quel terreno uno strato di roccia calcarea.

Nell’altro caso, su una colonna di pietra arenaria del porticato sono ben visibili due impronte (cm. 8 X 14), distanti circa 80 cm. una dall’altra, di un animale simile allo struzzo. In mezzo, sullo stesso piano, sono visibili i resti di una conchiglia fossile simile alle capesante. La presenza della conchiglia fossile indica il periodo delle impronte datato circa 20-30 milioni di anni. Inoltre, vicino alla pietra calcarea, è stata scoperta un’altra pietra (cm 40 X 40) con lettere latine, da decifrare ancora.
La conclusione delle indagini, ancora in corso, potrebbero dare un nome scientifico agli animali che lasciarono le impronte e decifrare le lettere latine per dare un significato. E a questo proposito sta risultando apprezzabile il lavoro svolto da Andrea Addessi, geologo, il quale, dopo aver esaminato i reperti, ne ha inviato le foto alla docente dell’Università “La Sapienza” con la quale aveva discusso la tesi di laurea.
Anche lui è in attesa della risposta che potrebbe aprire un capitolo nuovo e interessante sulla valenza archeologica dei reperti e su una più completa conoscenza geologica della zona .