***video***Formiani negli Usa, il presidente: “Noi dimenticati. Politici buoni a viaggiare ma mai un riconoscimento ufficiale”

"Alcuni dei membri del comitato durante una delle adunate del comitato"
“Alcuni dei membri della comunità formiana negli Usa durante una delle adunate”

Hanno oramai oltre 30 anni di storia, e contano più di 150 associati, mossi anzitutto da quel senso di appartenenza che solo chi ama indissolubilmente la propria città, può nutrire. Sono i formiani d’America, che da più di tre decenni mantengono vive le proprie radici e i propri ricordi con le loro annuali adunate e le celebrazioni, tutto nel nome della propria città: Formia.

"Una delle partecipazioni del sindaco di Formia Sandro Bartolomeo alle cene del comitato a New York"
“Una delle partecipazioni del sindaco di Formia Sandro Bartolomeo alle cene della comunità a New York”

Eppure in città sono come sconosciuti e nessuno, amici e parenti esclusi, si ricorda di loro. Nell’albo delle associazioni e dei comitati del Comune non sono neanche ufficialmente riconosciuti, nonostante abbiano negli anni ospitato ben sei sindaci di Formia e decine di amministratori vari. Come ad esempio l’attuale, Sandro Bartolomeo, in visita alla comunità formiana, in veste ufficiale e con tanto di fascia tricolore, per ben due volte. Così come in altrettante occasioni anche l’ex primo cittadino Michele Forte non ha fatto mancare la sua presenza.


"Il presidente Erasmo Maddalena"
“Il presidente Erasmo Maddalena”

Tuttavia al rientro in Italia, e a Formia, come nulla fosse successo, neanche uno “straccio” di riconoscimento ufficiale. Ma ora il presidente della comunità formiana in America, Erasmo Maddalena, non ci sta più, e con le lacrime agli occhi, quelle di chi sente di vivere un’ingiustizia e lo sconforto di sentire quanto mai lontana la propria origine, che così tanto ama, ma dalla quale non ha ancora ricevuto alcuna forma di riconoscimento e di affetto, ha voluto rilasciare questa intervista nella quale rivendica maggiore considerazione per i cittadini formiani così lontani, non solo geograficamente.

"Un'immagine di una partecipazione della comunità formiana al Columbus day"
“Un’immagine di una partecipazione della comunità formiana al Columbus day”

Come lui, oltre 40 anni fa, in molti hanno dovuto lasciare loro malgrado Formia, anzitutto per ragioni economiche, per mancanza di lavoro, rincorrendo il sogno americano che, dopo anni e anni di duro lavoro, ha premiato il loro coraggio, la loro determinazione e la loro fatica. Eppure non hanno mai dimenticato le proprie radici, ma anzi le hanno esaltate portando il nome di Formia nelle affollatissime parate per il Columbus day, durante il quale si celebra la cosiddetta scoperta dell’America, convenzionalmente riconosciuta al genovese Cristoforo Colombo.

"Una partecipazione di amministratori formiani: tra gli altri ci sono l'ex addetto stampa del Comune Paola Colarullo, l'ex consigliera comunale e commissario del parco Riviera d'Ulisse Erminia Cicione, il presidente Erasmo Maddalena alla destra del sindaco Sandro Bartolomeo, l'ex assessore ai alvori pubblici della giunta Forte Erasmo Ciccolella e anche un giovane Mattia Aprea, oggi consigliere comunale
“Una partecipazione di amministratori formiani: tra gli altri ci sono l’ex addetto stampa del Comune Paola Colarullo, l’ex consigliera comunale e commissario del parco Riviera d’Ulisse Erminia Cicione, il presidente della comunità Erasmo Maddalena, alla destra del sindaco Sandro Bartolomeo, l’ex assessore ai lavori pubblici della giunta Forte, Erasmo Ciccolella e anche l’avvocato Mattia Aprea, oggi consigliere comunale

Durante le annuali adunate estive, o organizzate per celebrare la fondazione della comunità o in occasione proprio del Columbus day, a centinaia i formiani d’America sparsi negli Stati Uniti, raggiungono New York, o Long Island, per partecipare alle rimpatriate alle quali proprio nessuno vuole mancare, tutti nel nome di Formia. Festeggiamenti ai quali molti degli amministratori di turno in Consiglio comunale, come detto sindaci, consiglieri, addetti stampa, con parenti al seguito, vogliono esserci da protagonisti, e ormai da diversi anni. Perchè prima di tutto si celebra Formia, le sue tradizioni, le sue origini, la sua gente, trovando peraltro una discreta risonanza pubblica, così difficile da trovare altrove.

Tuttavia, nonostante si tratti di visite ufficiali, al rientro in Italia, tutti ricordano quell’esperienza come fosse stata solo una gran bella vacanza negli States. Mai neanche una proposta di delibera di Consiglio comunale per un riconoscimento ufficiale, tanto chiede il comitato e nulla di più.

"Le celebrazioni per il 70esimo anniversario della liberazione di Formia"
“Le celebrazioni per il 70esimo anniversario della liberazione di Formia”

Per una città come Formia, così legata alle proprie tradizioni, basti ricordare le recenti celebrazioni in pompa magna per i 70 anni della liberazione della città, durante la quale hanno sfilato anche i santi patroni dei quartieri di Mola e Castellone, san Giovanni e sant’Erasmo, e le stesse feste patronali, con migliaia di persone al seguito. Insomma tutto questo rimane nei confini comunali, eppure, così lontano, c’è chi ancora parla il dialetto formiano, alimenta quotidianamente le proprie tradizioni, rivendica la propria appartenenza, insomma, è rimasto formiano.

*Processione San Giovanni*
*Processione San Giovanni*

Ma questo senso di abbandono si è rapidamente diffuso, basti considerare come i comitati organizzatori delle feste patronali di Sant’Anna, Sant’Erasmo e San Giovanni, abbiano dovuto fare i conti negli ultimi anni con donazioni sempre più esigue, come fosse avvenuta una rivalsa da parte di chi ha sempre voluto fortemente partecipare, continuare a sentirsi parte della comunità, ma che in cambio quando torna a Formia “non viene guardato neanche in faccia”: così tuona il presidente Maddalena. Fino a qualche tempo fà c’era persino un comitato di accoglienza, con vigili urbani al seguito e autista che riceveva e riportava in città i membri della comunità che sbarcavano all’aeroporto di Fiumicino a Roma per tornare sporadicamente a Formia.

"Abiti tipici formiani durante un ritrovo"
“Abiti tipici formiani durante un ritrovo”

Da allora le cose sono addirittura peggiorate, così, dopo aver vissuto il sogno americano, i formiani in America, desiderano vivere il sogno italiano, anzi quello formiano, perché per loro non si tratta solo di formalità. Per loro il riconoscimento ufficiale da parte della loro città è anzitutto un principio, lo stesso che ogni anno, anzi ogni giorno, li riporta indietro di molti anni, quando, con sacrificio, hanno dovuto lasciare la loro casa, che però si sono portati dietro perché, anzitutto, si sentono formiani.

*Foto per gentile concessione della Comunità formiana d’America*