Pasquale Maietta, presidente del Latina, ha parlato ai microfoni di ‘Pianeta Nerazzurro’. Tante le tematiche affrontate, dall’addio inatteso di Roberto Breda all’arrivo ormai probabile di Mario Beretta. Ecco quanto ripreso da TuttoLatina.com:
Non siete rimasti a piangere sul latte versato, sono state due giornate piene: possiamo dire che è fatta per Beretta?
Dal primo luglio, quando potremo dare l’ufficialità all’operazione, potremo dire che Mario Beretta è il nuovo tecnico del Latina.

Alla base della scelta di Beretta cosa c’è?
Appena dopo la partita con il Cesena abbiamo avuto un colloquio con Breda e abbiamo confrontato le nostre delusioni. A caldo abbiamo chiesto a Roberto se avesse intenzione di continuare insieme a noi questa avventura, e lui ci ha detto che si sentiva stordito e non in grado di decidere, chiedendoci di aggiornarci a lunedì. Giovedì io, Colletti e Facci abbiamo incontrato Beretta a Milano: è un allenatore esperto, ha nel proprio bagaglio anni di B e A, lo abbiamo incontrato col Siena e ci ha dato una bella lezione di calcio. Per caratteristiche caratteriali, morali e umane impersona l’uomo ideale per il Latina Calcio. Breda ha detto che a Latina non si sentiva sicuro di poter rifare quanto fatto quest’anno, tra il nostro stupore. Abbiamo conosciuto un Breda forte e sicuro delle proprie capacità, ieri lo abbiamo trovato debole e insicuro di portare avanti le proprie idee. Siamo stati contenti di poter andare avanti con Beretta.

C’è più tensione per il prossimo mercato o per l’ampliamento dello stadio?
La società, la città e i tifosi hanno vissuto dei momenti bellissimi, in cui questa città ha sentito per la prima volta un senso di appartenenza che tante volte non c’era stato. Abbiamo vissuto anche un disagio sociale, tante persone sono state impossibilitate nel vedere la propria squadra del cuore giocare in casa e sabato alcuni tifosi si sono lasciati andare a gesti di ira. Noi siamo una piccola società che si è affacciata su un palcoscenico calcistico importante, ci troveremo a confrontarci con Catania, Bologna e Siena che hanno tradizione e introiti maggiori. Per tutti questi motivi siamo andati all’amministrazione comunale. Ci aspettiamo che l’amministrazione, che si è sempre dimostrata vicina, possa investire in qualcosa che non è esterno al patrimonio della città. Domani abbiamo un incontro importante in Comune, spero che Di Giorgi, che è una persona che ci ha sempre aiutato anche quando era difficile credere in noi, possa darci una mano. Una squadra che può arrivare in serie A è un aspetto economico importante per la città.
Cosa devono aspettarsi i tifosi per la prossima stagione?
I tifosi si devono aspettare che questa società ha iniziato a lavorare già da venerdì mattina. Lavoreremo in maniera dura, proficua e, come ha sempre fatto in questi sette anni, allestiremo la rosa migliore possibile in base alle possibilità economiche. Terremo conto di vari fattori e raccoglieremo durante l’anno il frutto del nostro lavoro. Speriamo che sia un frutto a livello di quello raccolto quest’anno, o quantomeno in linea con questo. Potremmo peggiorare o migliorare, noi non siamo il Palermo che investe 20 milioni e se non vince ha fallito. Siamo una piccola realtà che lavora in maniera seria e costruttiva.
Sullo stadio…
Vorrei partire da un aspetto importante. Mercoledì, quando abbiamo perso, avevo il morale basso per due motivi: uno perché dal punto di vista societario ci saremmo potuti togliere una bella soddisfazione, e poi perché la città avrebbe avuto per la prima volta la possibilità di alzare la testa e di entrare nell’elite. A Latina sarebbero arrivati soldi che provenivano da tifosi che sarebbero venuti qua durante le partite e il movimento economico sarebbe stato importante. Le infrastrutture sarebbero state migliorate e di conseguenza questa città ha perso un’occasione importante. Conosco bene Di Giorgi e so quanto lui ami lo sport, il calcio e il Latina. L’intera Giunta deve scegliere e su questo argomento ha tirato indietro tutta la dietrologia che non serve a nulla. L’aspetto importante da sottolineare è che non ci dobbiamo far prendere in giro da nessuno. La Giunta deve fare una scelta politica: prendere dei soldi e convertirli nello stadio perché lo ritiene importante per un settore della vita economica. Viceversa se si pensa che i soldi debbano essere spesi in altre situazioni. Vogliamo sapere quale sia la scelta politica, se quella di investire i soldi per il miglioramento dello stadio oppure no. Ma non vogliamo che si dica che non si fa perchè non esistono risorse. Se domani il Comune dice che non si può fare o si può fare parzialmente, cercheremo altre soluzioni per farlo in linea con i nostri progetti tecnici. Ai play off avevamo una struttura inadeguata, se non si capisce che la brutta figura la fa tutta la città non si migliora.
Che intende per altre soluzioni?
Non lo so, adesso cerchiamo di trovare quella col Comune. Mi viene in mente di mettere su una campagna abbonamenti apposita. Noi non siamo abituati ad arrenderci facilmente, a una settimana dalla sconfitta dei play off stiamo già ponendo le basi per il futuro. Se il Comune vorrà saremo felici, altrimenti avremo le conseguenze che ne derivano, anche sul fronte del mercato dei giocatori. La cosa più bella da vedere è che siamo un tutt’uno.