AGGIORNAMENTO – Non si ferma la protesta degli operai della Avio Interiors sul cui capo è piombata la minaccia di licenziamento per 150 colleghi. Anche questa mattina si sono registrati blocchi dinanzi al sito di Tor Tre Ponti, ma la protesta di alcuni minuti a singhiozzo pare sia stata ben sopportata da automobilisti e trasportatori. Dopo aver incassato la solidarietà delle istituzioni, gli operai aspettano che la trattativa esca dalla fase di stallo in cui si è infilata. I veritici dell’azienda, per iniziare il dialogo, hanno chiesto di rimuovere i picchetti. (segui il video qui sotto)
Intanto i dipendenti scrivono una lettera ai vertici aziendali: sì al confronto, no ai ricatti.
“E’ singolare che, in un momento di criticità di così ampio respiro, il nuovo management piuttosto che preoccuparsi di verificare l’effettivo stato di benessere dell’azienda, lanci strali di sindacabile veridicità a mezzo stampa contro quelli che, fino a prova contraria, sono il cuore pulsante della società stessa. I suoi lavoratori. Rimaniamo sorpresi nel vedere che mai una volta si è tentato un confronto costruttivo con tutti coloro che, desiderosi di riprendere con il giusto slancio il proprio lavoro, non possono tuttavia sottostare a ricatti e minacce”.
“E rimaniamo anche esterrefatti nel leggere che una manifestazione volta a tutelare un diritto insindacabile, quello di essere pagati per delle prestazioni lavorative effettuate, venga sommariamente bollato come “illegale” e portato avanti da gruppi di “facinorosi”. Vi invitiamo dunque a venirli a vedere, questi pericolosi facinorosi. Invitiamo De Vecchi a venirli a vedere. A guardare negli occhi padri di famiglia che sono costretti a non pagare le cure mediche ai figli perché, pur lavorando duramente, si ritrovano senza stipendio. Invitiamo a venire a fare due chiacchiere con le madri di famiglia, con i volti segnati dalla fatica e dalla frustrazione, perché sessant’anni di lotte per ottenere giustizia sociale hanno determinato il loro non diritto ad essere retribuite. Venite a parlare con i figli e le figlie, laureati e professionali, che vengono minacciati di perdere il posto di lavoro qualora non sottostessero al volere di un proprietario che spesso non hanno nemmeno mai incontrato”.
“I lavoratori accoglieranno a braccia aperte tutti quelli che vorranno confrontarsi in modo serio, senza oltrepassare i confini della legalità. E se il management proprio non volesse un confronto diretto con loro, si presentasse almeno davanti ai tavoli istituzionali, evitando di disertare incontri già concordati, come accaduto davanti al prefetto. La dignità non è un bene svendibile. E’ un diritto e come tale va tutelato”.